mercoledì 18 gennaio 2012

Koh Phangan, Nadav e il Full Moon Party


Essenzialmente brutto tempo.
Questo potrei dire della Thailandia, gran bel posto, imprevedibile, ma il tempo lascai a desiderare. Lo so che capitano anche stagioni favolose, ma io ne ho davvero beccata una “no”, piove. Piove quasi sempre. Non ne posso più, fortuna che ora sono a Koh Tao e sono impegnato con il mio corso, altrimenti davo di matto. Così mi si toglie il mare,la spiaggia il gusto di fare il bagno.
Koh Phangan è stata un gran bella esperienza, breve, una porzione come dico spesso in questi casi, ma intensa. E’ nato il nuovo hobby, per mantenere la tradizione di iniziare due cose nuove ogni anno.   Tutto partì nel 2008 iniziando a giocolare con le tre palline, mi ero appena iscritto a Muay Thai (abbandonata un paio d’anni dopo) e pochi mesi prima avevo terminato il corso di degustazione di vino alla mitica Porthos. Decisi quindi di provare almeno tre cose nuove ogni anno e di tenerne almeno una. Tutto quello che mi passava per la mente e che non avevo provato, da aggiungere all’unico vero hobby che mi portavo dietro da anni, cucinare. Ne 2009 chitarra, bartending, e corso di russo intensivo di una settimana (che è servito a pochissimo); 2010 Fotografia, corso di Reiki, corso on-line di Giapponese (lo so fa ridere…); ,2011 Armonica a bocca e Diving . 2012… Pois.
I pois per chi non lo sapesse sono quelle palline attaccate a corde o catene. Se ne usano due, una per mano e si inizia a giocolare. Il mio obiettivo è farlo con i fire-pois, quelle con il fuoco. bramo per le prime bruciature, visto che la prima sera già sono riuscito a scheggiarmi un dente. Incisivo, per inciso.
In tema fuoco, ho fatto una delle cose più stupide, ma divertenti ed eccitanti della mia vita. Ho sputato fuoco. Sulla spiaggia di Koh phangan, davvero. In realtà ho sputato benzina o qualche idrocarburo meno odoroso, il fuoco c’era già. Passavo di lì e ho visto il primo farang sputare, e ho detto, con una punta d’invidia per quella cosa “effettivamente” pericolosa: “Guarda ‘sto matto”. Poi un altro, e un  altro. Li facevano sputare. Tutto controllato, controllato alla thailandese (quindi un incidente possibile in ogni momento). Ogni tanto si vedeva il ritorno di fiamma di qualche sputacchiata nata male, ma nessun incidente.
Sono tutti ubriachi,  se lo fanno loro che sono ubriachi, perché non io…
Vedi Polly che mi prega di non andare, ma io ero già li con la testa da qualche minuto. Credo di averlo voluto fare da prima che il dottore mi sculacciasse per farmi respirare. Lo sputafuoco.
Avrei pagato, era gratis. Un bicchiere, due belle sorsate per due plateali fiammate.
Il fuoco davanti alla faccia si apre come fosse un esplosione e l’adrenalina bruciava come il fuoco stesso. Impagabile.
Dopo questa partenza a abbiamo iniziato ad attendere tra qualche ora passata a giocolare con i Pois sulla spiaggia in quelle due o tre mezze giornate di sole e qualche pizza serale da Pizza Chiara, s’attendeva il Full Moon Party, del quale ormai ci interessava non più di tanto.
In pizzeria scopriamo due nuovi amici Nadav e Ortal, lui italo israeliano, lei israeliana e basta, in luna di miele. E so due!!!  Ottimi compagni di viaggio, sebbene non grandi viaggiatori. Un paio di serate in splendida chiacchiera con reminiscenze italiane ormai sempre più lontane da me e poi il Full Moon Party. Dove provo quella splendida camminata fungifera che tentai con fortuna circa tre mesi or sono nelle splendide Gilis. Qui una bufala, peccato. Non che sia passato indenne, visto che il caro alcool di bassa lega scorreva comunque a fiumi. Meno impressionante di come mi immaginavo, si parla sempre di circa ventimila persone su una spiaggia abbastanza grande e ogni tipo di musica, luci e colori. Facce, tante facce, dipinte o in preda a fantastiche espressioni. Ho anche pensato di portare la mia piccola Canon, ma la mia assistente (Polly) ha sbagliato batteria e ci siamo semplicemente goduti la festa e le foto da cellulare del caro Nadav. Una volta nella vita sarebbe una festa da fare. Splendida soprattutto per chi ha qualche anno in meno e meno ore passate sotto musica battente.
In più per non perdere l’abitudine ho lasciato le chiavi del motorino attaccate, le persi a Kuta, le persi a Kata e ora Koh Phangan. Forse è la lettera K a portarmi poco bene, ma almeno in questa occasione le ho ritrovate! Benedetta K.
Un aneddoto irrinunciabile, non so se leggerlo possa esser uguale, credo di no, ma venir a sapere che la sorella di Nadav, questo la sera che l’abbiam conosciuto, abbia un ex-ragazzo in comune con mia sorella,  sapere poi che sua sorella non è proprio sua sorella, ma lui dice così perché è un amicizia così profonda che va al di la della semplice amicizia e bla bla bla… proprio come me e mia sorella. Ho riso troppo. Metteteci che vengo a scoprire questo migliaia di chilometri da casa…Che bello il mondo: sono assuefatto dal respirarlo. Lui e le sue dinamiche.
Da ricordare che qui abbiamo iniziato a chiamare con regolarità “La ignora” ogni tipo di piccolo ristorantino locale, quelli che sono in realtà baracchini, ma hanno due sedie o poco più per sedersi, dietro quell’unico fornello con padella in cui si cuoce tutto c’è sempre una signora, da qui il nome. La prima volta tirato fuori in quel di Kata.  In indonesia si chiamano Warung (con o senza sedie per sedersi), per noi in tutta l’Asia saranno sempre “La Signora”.



Nessun commento:

Posta un commento