Essenzialmente brutto tempo.
Questo potrei dire della Thailandia, gran bel posto, imprevedibile, ma
il tempo lascai a desiderare. Lo so che capitano anche stagioni favolose, ma io
ne ho davvero beccata una “no”, piove. Piove quasi sempre. Non ne posso più,
fortuna che ora sono a Koh Tao e sono impegnato con il mio corso, altrimenti
davo di matto. Così mi si toglie il mare,la spiaggia il gusto di fare il bagno.
Koh Phangan è stata un gran bella esperienza, breve, una porzione come
dico spesso in questi casi, ma intensa. E’ nato il nuovo hobby, per mantenere
la tradizione di iniziare due cose nuove ogni anno. Tutto partì nel 2008 iniziando a giocolare con le tre
palline, mi ero appena iscritto a Muay Thai (abbandonata un paio d’anni dopo) e
pochi mesi prima avevo terminato il corso di degustazione di vino alla mitica
Porthos. Decisi quindi di provare almeno tre cose nuove ogni anno e di tenerne
almeno una. Tutto quello che mi passava per la mente e che non avevo provato,
da aggiungere all’unico vero hobby che mi portavo dietro da anni, cucinare. Ne
2009 chitarra, bartending, e corso di russo intensivo di una settimana (che è
servito a pochissimo); 2010 Fotografia, corso di Reiki, corso on-line di
Giapponese (lo so fa ridere…); ,2011 Armonica a bocca e Diving . 2012… Pois.
I pois per chi non lo sapesse sono quelle palline attaccate a corde o
catene. Se ne usano due, una per mano e si inizia a giocolare. Il mio obiettivo
è farlo con i fire-pois, quelle con il fuoco. bramo per le prime bruciature,
visto che la prima sera già sono riuscito a scheggiarmi un dente. Incisivo, per
inciso.
In tema fuoco, ho fatto una delle cose più stupide, ma divertenti ed
eccitanti della mia vita. Ho sputato fuoco. Sulla spiaggia di Koh phangan,
davvero. In realtà ho sputato benzina o qualche idrocarburo meno odoroso, il
fuoco c’era già. Passavo di lì e ho visto il primo farang sputare, e ho detto,
con una punta d’invidia per quella cosa “effettivamente” pericolosa: “Guarda
‘sto matto”. Poi un altro, e un
altro. Li facevano sputare. Tutto controllato, controllato alla
thailandese (quindi un incidente possibile in ogni momento). Ogni tanto si
vedeva il ritorno di fiamma di qualche sputacchiata nata male, ma nessun
incidente.
Sono tutti ubriachi, se
lo fanno loro che sono ubriachi, perché non io…
Vedi Polly che mi prega di non andare, ma io ero già li con la testa
da qualche minuto. Credo di averlo voluto fare da prima che il dottore mi
sculacciasse per farmi respirare. Lo sputafuoco.
Avrei pagato, era gratis. Un bicchiere, due belle sorsate per due
plateali fiammate.
Il fuoco davanti alla faccia si apre come fosse un esplosione e
l’adrenalina bruciava come il fuoco stesso. Impagabile.
Dopo questa partenza a abbiamo iniziato ad attendere tra qualche ora
passata a giocolare con i Pois sulla spiaggia in quelle due o tre mezze
giornate di sole e qualche pizza serale da Pizza Chiara, s’attendeva il Full
Moon Party, del quale ormai ci interessava non più di tanto.
In pizzeria scopriamo due nuovi amici Nadav e Ortal, lui italo
israeliano, lei israeliana e basta, in luna di miele. E so due!!! Ottimi compagni di viaggio, sebbene non
grandi viaggiatori. Un paio di serate in splendida chiacchiera con reminiscenze
italiane ormai sempre più lontane da me e poi il Full Moon Party. Dove provo
quella splendida camminata fungifera che tentai con fortuna circa tre mesi or
sono nelle splendide Gilis. Qui una bufala, peccato. Non che sia passato
indenne, visto che il caro alcool di bassa lega scorreva comunque a fiumi. Meno
impressionante di come mi immaginavo, si parla sempre di circa ventimila
persone su una spiaggia abbastanza grande e ogni tipo di musica, luci e colori.
Facce, tante facce, dipinte o in preda a fantastiche espressioni. Ho anche pensato
di portare la mia piccola Canon, ma la mia assistente (Polly) ha sbagliato
batteria e ci siamo semplicemente goduti la festa e le foto da cellulare del
caro Nadav. Una volta nella vita sarebbe una festa da fare. Splendida
soprattutto per chi ha qualche anno in meno e meno ore passate sotto musica
battente.
In più per non perdere l’abitudine ho lasciato le chiavi del motorino
attaccate, le persi a Kuta, le persi a Kata e ora Koh Phangan. Forse è la
lettera K a portarmi poco bene, ma almeno in questa occasione le ho ritrovate!
Benedetta K.
Un aneddoto irrinunciabile, non so se leggerlo possa esser uguale,
credo di no, ma venir a sapere che la sorella di Nadav, questo la sera che
l’abbiam conosciuto, abbia un ex-ragazzo in comune con mia sorella, sapere poi che sua sorella non è
proprio sua sorella, ma lui dice così perché è un amicizia così profonda che va
al di la della semplice amicizia e bla bla bla… proprio come me e mia sorella.
Ho riso troppo. Metteteci che vengo a scoprire questo migliaia di chilometri da
casa…Che bello il mondo: sono assuefatto dal respirarlo. Lui e le sue
dinamiche.
Da ricordare che qui abbiamo iniziato a chiamare con regolarità “La
ignora” ogni tipo di piccolo ristorantino locale, quelli che sono in realtà
baracchini, ma hanno due sedie o poco più per sedersi, dietro quell’unico
fornello con padella in cui si cuoce tutto c’è sempre una signora, da qui il
nome. La prima volta tirato fuori in quel di Kata. In indonesia si chiamano Warung (con o senza sedie per
sedersi), per noi in tutta l’Asia saranno sempre “La Signora”.
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