martedì 3 novembre 2015

Si torna alla base. Un'altro treno, un'altro amore di viaggio, passa e lascia il segno.

Visto che da tempo il mio diario, il mio blog e' diventato molto più personale, visto che non mi limito più solo al viaggio esteriore, da tempo, devo essere coerente, con me stesso e con chi trova il tempo di seguire questo pezzo di vita. Quindi e1 giusto che cioè che di importante accade venga messo giù, altrimenti mi sentirei un ipocrita, ma certo bisogna sempre considerare che è il mio diario quindi qui e1 tutto un mio personale punto di vista, la mia realtà sul mondo. Quando viaggi per sempre, tante cose accadono, di ogni tipo. Questa è una.
Così è ora di tornare a casa. O meglio alla base visto che tutto è “casa” da diversi anni. Non potrei non sentirmi a casa a Burgos ad esempio. Pronto per ripartire… Il cellulare mi lascia. Appena tornato dall’Italia, dove l’avevo spedito per risparmiare soldi. Alla fine ho speso uguale, tra spedizioni, ritardi, errori di chi lo doveva far riparare. Un macello e due mesi buttati. Una settimana dopo e’ andato per conto suo, s’è spento. E’ partita la scheda madre e non ho più la garanzia per quell’errore appunto. Nulla mi tocca rimanere, farlo riparare qui, che non lo riparano ma lo sostituiscono per la bellezza di 370 euro e un grazie. Quindi rimando il viaggio di tre giorni, porto il cellulare al servizio e non sapendo che fare trovo un inaspettato appuntamento, per la serata, con una spelndida ragazza completamente tatuata.
Quando dici che non tutto il male viene per nuocere.
Quando non sai a che cosa, cristo santo, ancora una volta, stai per andare in contro.
Arriva un altro treno pronto ad investirti ragazzo mio, e’ a colori, e ti farai fregare un’altra volta. Bene. Si vive anche per questo.
Ed eccomi spendere la mia terz’ultima serata a Makati con questa spelndida donna con degli occhi che mi sembra di conoscere de sempre. Ci conosciamo, ci riconosciamo. Una birra al Cafe de Courieaux in Burgos, una pizza da Gino’s a Bel-Air, un salto allo speakseasy bar The Curator, due Old fashioned and due Bye Bourbon Sazerac che mi sembra di non essere più a Manila. Poi via andiamo ad incontrare altri amici sull Terrazza dello Z hostel, l’ostello che è diventato uno delle venue più in voga nella Makati dei ricchi locals e degli expats. Dove tra l’altro ho speso le prime 4 notti di questo mese in Makati. Appena arriviamo sulla terrazza una mia amica mi guarda e mi fa un gran sorriso e si avvicina, in un secondo ha capito tutto, c’era effettivamente qualcosa di strano tra di noi.  Mi sussurra: Sei stato molto fortunato.  Si balla e ci si diverte, si entra sempre più in sintonia, se questo fosse possibile.  Si ballava e si parlava senza parole. Lei dice, poi, andiamo a ballare… Sarà stato un po’ d’alchool, sarà stato che non ci stavo capendo più un cazzo, sarà che appunto, stavamo già ballando:  Io l’ho presa come un invito ad un altro tipo di ballo. Quindi ci siamo avviati, verso il centro di Burgos, dove io avevo la camera. Dopo pochi metri lei mi fa: Allora? A quale locale mi porti? Io sorrido e capisco che ho preso un granchio niente male, quindi le domando: Fammi capire? Dove vuoi andare a ballare? Perché a quest’ora, a questo punto, io posso prendere il tuo invito in diversi modi. Lei ride, chiaramente con malizia e si rende conto che il suo invito, era stato frainteso, ma non sembra dispiacerle, quindi dico andiamo su. Ci beviamo una cosa da me e riflettiamo sul dove andare. Equo no?
Andiamo su con una birra e fumiamo. E parliamo. E parliamo come piace a me, della vita, delle cicatrici e del come siamo arrivati fino a qua. E facciamo mattina e ci guardiamo. E ci baciamo. E ci addormaentiamo. O meglio lei si addormenta. Io mi ritrovo a fissare una persona per la prima volta in vita mia per quasi un’ora mentre dorme. Ne ho guardati tanti di amori accanto a me a riposo, ed e’ smepre bello. Quel senso di fiducia riposta in te da parte di una persona che sta spendendo un bel momento. Passa oltre un’ora prima che io mi addormenti fissandola.
Ci svegliamo e staimo insieme fino al pomeriggio, direi qualcosa più d’un bacio tra quelle mura.  Ci lasciamo per poche ore per rincontrarci. Andiamo a ballare mi fa? Certo. Black Market. Uno dei posti migliori in città se vuoi sentire buona musica. Black markt lo conosco. Ci vediamo lì.
Proprio lì credo, al Black Market di Makati, per la prima volta dopo due anni, mi sono innamorato di una donna. Ancora alla velocità della luce. O almeno ho creduto di essermi innamorato, in queste situazioni tutto è sempre molto poco definito, non che poi definirlo abbia importanza alcuna. Avevo le faralle nello stomaco. Ecco, quelle credo di non averle avute da quasi dieci anni. Qualcosa a cui non ero assolutmente pronto, né abiutato e che sicuramente non volevo.
Ecco Fatto. Si presenta bella come il sole. Mi buca il petto con lo sguardo.  E io lì, ebete, sicuro di me sino alla morte e questa, una serata, boom: Sei un idiota Jimi. You know it right?
Ora perché idiota? Perché lei ha una situazione, che non sto qui a descrivere per privacy, che non è delle più floree per iniziare una relazione a distanza poi, un’ora d’aereo. Tre bandiere Rosse. Jimi you are an idiot, and you know it.
Non ce posso far niente. Il treno corre ed è massivo. E io sono sui binari, lo vedo arrivare da lontano, ma non posso farci nulla, come fossi sotto in un sogno che si sta per trasfomrare in un incubo. Cosa che più di una metafora era la realta che stavo vivendo. E ne ero “inconsapevolmente cosciente” .
Well, sti cavoli. Prendimi in pieno petto, lo posso gestire. NO?
E’ e sarà comunque tutto un illsuione, perché farsi troppi problemi.
Paassiamo un’altra notte insieme. Mi ritrovo ancora a guardarla, a seguire le linee, sulla schiena, dei suoi tatuaggi. Credo di aver pianto, ero felice, ma più che piangere era qualche lacrima di liberazione, ammetto di aver pensato a lungo che non mi fosse più possibile sentire qualcosa di più profondo della spimpatia per una donna con cui vorrei passare massimo un lungo week end… Mi sono sentito… Guarito.
 E al solito, spaventato. E mo? Che me ‘nvento? Io sto lì, questa c’ha na vita qui.
L’ultmo giorno non ci vediamo, dico è più semplice, parto per Bohol, vediamo che succede, vediamo come ci sentiamo.
E come vuoi che ci sentiamo. Lei si attacca come non mi aspettavo, scrive parole che sembra lei l’Itaiana e io il filippino. Ancora, non me l’aspettavo. Dentro di me ho quasi cercato una via d’uscita. Io non l’ho trovata, ma me l’ha data il destino.
Ve giuro, mi sono salvato. Ma prima di questo…
Lei viene qui, la invito, devo rivederla. Quasi quattro giorni, cullati da una tempesta tropicale che praticmaente ci chiude in casa, tranne un ora per reglaarci un po’ d isole in spiaggia. Si plae la tempesta ogni sera. Quatto giorni che sono un amssacro per quanto sono stati un sogno sotto ogni punto di vista.
Davvero splendidi, e ‘sti cazzi come finirà. Dai che vale smepre la pena viverle ste cose.
Poi parte, piangendo, cosi mi disse.
L’ho rivista una volta. Dopo poco più di una settimana, tornato quattro giorni a Manila. Perché ho spaccato ancora il cellulare il primo giorno che lei e’ sparita, causa incidente in motorino., nemmeno un te sei fatto male. E perché era già ora di chiudere tra noi, chiaramente. E poi dovevo volare in Taiwan per comprare la mia nuova macchian fotografica.
Difficilmente ho sentito tante mezze verità, tante parole buttate li a caso, finte scuse. Difficilmente in vita mia c’è sato qualcuno che mi ha mancato così tanto di rispetto da ferirmi gratuitamente. Me la sono presa con me stesso, chiaramente. Coglione io che t’ho offerto il fianco, coglione io che ho creduto alle tue stronzate, ma questo è il viaggio, e il viaggio è vita e non faccio nessun errore. Faccio solo altre esperienze, imparo altre lezioni. Quindi ringrazio comunque quell’anima che ha saputo regalarmi attimi meravigliosi e unàaltra piccola cicatrice, che porto con orgoglio.
Solo che stento a riconoscere questa donna e la cosa mi colpisce, diversi occhi, un espressione diversa, come se qualcosa fosse stato spento. Come se qualcosa fosse successo, ma giura, non è successo nulla. Eppure non sei tu.
Ci vediamo in un’altra vita.
O magari più in la in questa.
Beh in questa e’ dura, sono allergico alle stronzate, ma sai, mai dire mai.
Il treno e’ passato, m’ha preso in pieno petto.
Ha fatto male, ma sai che c’è? Era vero, potevo ero pronto a prenderlo, posso gestirlo. Mi serve un giorno solo. E una notte.
Chiaramente la notte con una delle mie amiche giù a Burgos.
Perché se e’ vero che il sesso non e’ un rimedio, vi giuro, che e’ un ottimo antidolorifico per dormire bene e tirare fino al nuovo sole, che porta sempre, almeno a me, di nuovo il sorriso.

E’ un altro giorno, Un’altra avventure. Si Torna ancora, alla Base.

venerdì 2 ottobre 2015

10 Commandments

Trovate la versione ITALIANA subito sotto...

I'm not fancy of rules, laws. At certain point in my life I just understood that the word Love, in its universal meaning, is the only way we should have been following. It was the base of any religion. Although religious love making rules. We have the 10 commandments, probably the most famous series of rules that the history of humankind have ever had, religious or not. We have rules in any religions, look now to the Sharia in muslim, and how it's manipulated to create caos.
Well, If I ever have to follow rules, I would prefer to convert them in V.I.S. Very Important Suggestions. they came out on traveling, years passing. Are just twelve suggestions, a way to try to make a little step for a better world:

1. Love everyone. Because anyone is your brother or your sister.
2. Remember you are an energy, a soul, that has a mind and a body. Not the opposite.
3. Never complain. 
4. Bring the more beauty you can in the World.
5. Be true. Start always not lying to yourself.
6. The smaller the Ego, The higher the Consciousness.
7. Share your experiences. Experiences are knowledge.
8. Do not judge anyone. You never know what they have passed trough. Everyone has is own fight to face.
9. Look at the bigger picture. To accept life as it comes will become just easier.
10. Fight any deep ignorance, as intolerances, racisms, deprivation of freedom.
11. Cultivate your spirituality, with any system of belief or ritual you soul feel to be tuned with, keeping respect for the others's way.
12. Respect Mother Earth. She is your actual Home. Your only one. She is the World we share and She is our present and our future.

The wen wu temple in Hollywood st., Hong Kong

Versione italiana, arricchita... :)
Come dicevo in inglese qui sopra, non sono mai stato un amante delle regole da seguire, intese come leggi. Sono un amante delle regole di un gioco, perché un gioco è come un rituale da seguire e le regole diventano sacre. Ad un certo punto nella mia vita ho capito che non ci servirebbero leggi, né comandamenti se tutto fosse guidato da un semplice e pulito amore universale. Che si traduce in amicizia, rispetto, reciprocità, fratellanza, condivisione e via dicendo. Un mondo perfetto. Che per ora non si può avere, ma uno ci può sempre lavorare...
Storicamente i 10 comandamenti, sono la serie di Leggi per antonomasia. Che per carità, non sono sbagliate, in un certo senso, soprattutto le ultime sette. Però non so... Semplicemente sono più per dei consigli. Più attuali, più volte a quindi a quello che sarebbe meglio fare, più che quello da non fare. Perché per logica se ami tuo fratello, non lo derubi, cerchi di non fargli mai del male, anzi, cerchi di aiutarlo e di esserci quando serve. Quindi, nel viaggio, negli anni, sono usciti questi 12 consigli per provare a fare un passo rendere il mondo un posto migliore. Un piccolo passo.

1. Ama tutti. Chiunque è tuo fratello o tua sorella.
2. Ricordati, sei un'energia che ha una mente ed un corpo. Non viceversa.
3. Non lamentarti mai.
4. Porta più bellezza che puoi nel mondo.
5. Sii Vero. Inizia sempre col non mentire a te stesso.
6. Più piccolo è l'Ego. Più alta è la coscienza.
7. Condividi le tue esperienze. Le esperienze sono conoscenza.
8. Non giudicare nessuno. Non sai mai quello che ha passato. Ognuno ha la sua battaglia da affrontare.
9. Guarda al disegno grande. Accettare la vita così come viene diverrà sempre più semplice.
10. Combatti ogni profonda ignoranza, come le intolleranze, i razzismi, le privazioni della libertà.
11. Coltiva la tua spiritualità, con ogni sistema di credenze ti senti affine, tenendo rispetto per le credenze differenti dalla tua.
12. Rispetta Madre Terra. E' la tua casa. L'unica casa che hai. Lei è il mondo che tutti condividiamo, Lei è il tuo presente e il tuo futuro.

mercoledì 30 settembre 2015

È 'na vitaccia...

Un momento di riflessione. Da condividere, qui, perché questo, il viaggio, la conoscenza della nostra Madre Terra, e in parte dei suoi popoli, è la mia vita, ma anche la risposta che scaturisce dalla mia riflessione.
Oggi, un caro amico fraterno, Cristiano ha scoperto che sarà femmina. La figlia, aspettano, lui e Ale, una figlia. Bellissimo. Alessio, altro caro amico ha chiamato la figlia appena nata Anna. Serena, mia sorella, chiamerà il pupo Raffaello. Davide, un altro amico storici aspetta il secondo.  Nicholas, l'amico più antico, l'ha chiamata Olivia. Valeria, la mia più cara e vecchia amica, l'ha chiamata Viola. Davide, altro amico, ha scelto Greta. Poi tutti bei nomi... Abbiamo tutti su per giù (o suppergiù?) la stessa età...

...E io ieri pomiciavo con una spojarellista in una sorta di strip club a Makati. Però ho nomi pronti (e un tatuaggio) almeno per due figli, se non tre... 
Cazzo.
Senti, io c'ho provato, me so sposato... È 'na vitaccia.

sabato 26 settembre 2015

Manila e la sua lunga notte tra peccato, povertà e carte di credito rotanti. This is Makati nightlife.

Volge al termine la mia Makati e ho davvero festeggiato tanto. Il vento ha iniziato a soffiare pochi giorni prima del previsto, ma rimarrò fino alla fine del mese. Devo dire che questo mese è servito, mi ha scaricato.  Fuori a far festa ogni sera per i primi quindici giorni, fino a mattina, tutti giorni. Il mio fisico ha ceduto per due giorni, febbrone. Al solito un po’di acqua bollita con zenzero e succo di calamansi e tutto passa in fretta. Una delle due sere con quasi quaranta di febbre mi sono presentato in un bar dove vado spesso a giocare a biliardo, per vedere la partita di Champions della Magica Roma contro il grande Barcellona, al gol di Florenzi, che ha tirato dalla sedia accanto alla mia qui a Makati, non sapevo che fare non riuscivo a crederci, non riuscivo a urlare, mi son messo le mani nei capelli e mi guardavo interno cercando di capire se qualcuno avesse capito cosa fosse successo, che gesto di meraviglioso calco era stato prostrato sotto i nostri occhi. Un ragazzo accanto a me che guardava la partita e mi chiese se amassi il calcio (Io so daa Roma, risposi in perfetto…Inglese), mi guardava dopo il gol come niente fosse accaduto, come se Davide inaspettatamente non avesse accecato Golia scagliando il sasso dalla terra dei fuochi; come se Frodo Florenzi non avesse gettato l’anello dalla cima dell’Everest in barba a Messi nei panni di Sauron.
Niente.
Mentre immaginavo a Roma cosa stesse succedendo, immaginavo morti allo stadio, gente che volava tra una curva e l’altra, i pub distrutti… Una guerra suburbana in cui anche quelli che ci stavano rimettendo erano a fare festa, almeno sino alla mattina dopo. Qui niente, poi un ragazzo, l’istante dopo urla: “Hey Guys! Look at this guy! Look what he did!”, il Bolt nascosto in me (molto nascosto) mi ha dato l’energia necessaria per uno scatto felino verso il ragazzo che aveva ammirato e allora Abbracciamose Forza Roma!
Invece niente.
A parte un singolo commento entusiasta, nulla. Qui nun se fa festa… E vabbè, 1 a 1 palla al centro, vedemo che succede e speriamo che la febbre non peggiori che domani sera ho un appuntamento…
View from the Gramarcier71
Mi sono dato al dating selvaggio ed è stato divertentissimo (la partita intanto è finita 1 a 1 come è o fu noto),  è stato interessante, diverso, divertente, incontrare così tante persone, donne, ragazze, e conoscere cosi tante diverse storie, con il fine ultimo, spesso più del sesso, di avere una serata piacevole con una persona del tutto nuova, in cui entrambi siete spinti a flirtare il più possibile.
Beh se all’inizio, Manila non mi piaceva a parte la solita passeggiata a Chinatown (sono consapevole  che sia una mia cosa personale, io adoro le Chinatown), ora devo dire che sono un fan della notte di Makati. La Makati night life è ricca di scelte, ha la sua faccia più lurida nell’essere una tipica Sin City asiatica, la faccia del peccato, ma è famosa anche per la sua mondanità glamour ricca dei grandi rampolli delle famiglie di costruttori, ricca di modelle e attrici, dei grandi eterni giovani proprietari di imperi Roiale Estate, la notte di Makati sa esser sfarzosa e lussuriosa in bar al settantunesimo dove fumi una narghilè, rigorosamente shisha da queste parti, in un club con un taglio da jet-set newyorkese per poi portarti in tarda notte in uno dei club dove la musica è techno di alto livello, la gente è quella a cui piace far vedere i soldi e le carte che ruotano tipo pugni del grande Mazinga. Bisogna dire che il divertimento, anche nell’ambiente più superficiale di Manila, è reale in questa Makati night life, e dura sempre sino a mattina.
L’altra faccia, quella del peccato, quella del lato più che oscuro, direi basso, de “la Foza”. Come di consueto, quando posso, decidendomi di fermarmi in una città, cerco il Red Light District. Qui è Burgos, nella Poblaciòn, il cuore di Makati. Ed è proprio per le puttane, per le spogliarelliste, i transgender e i lady boy, i poliziotti che sono buttadentro, le offerte speciali, i massaggi eventualmente disponibili con Happy Ending, o direttamente senza massaggio, a ogni ora della notte  co il fortissimo rischio di esser drogato e derubato. E’ proprio per questo che scelgo il Red light district, ma non tanto per l’accesso personale ai sopraelencati servizi, quanto per la loro presenza e per la fauna che attirano. Burgos è molto simile a Patpong o Padong, meno intensa, meno lurida, meno estrema, più facilmente raccontabile e più accessibile. E’ anche, però, molto più povera, più triste, se passeggi ai suoi bordi, sui marciapiedi più scuri vedi bambini che dormono per terra, letteralmente con la faccia per terra e ti chiedi se sia colla, vedi magari una famiglia, addormentarsi sotto l’ombra che l’albero creata dai neon. Burgos è tanta roba. Più lenta, scandita, ma sempre viva. Burgos è una raccontastorie, ventiquattro ore al giorno, puoi metterti in un angolo, per disegnare i volti, o fotografarli o scrivere i racconti che vedi. Non è un mondo a parte come verrebbe facilmente da pensare, è semplicemente una delle facce di questa realtà, di questo mondo. Poi fa sempre ridere quando stai passeggiando con una ragazza che hai o ti ha invitato, essere avvicinati da un tipo che cerca di esser losco provando a venderti Viagra …
Storie. Ventiquattro ore al giorno. A Burgos, Makati, Manila.


Venghino signori, venghino.

martedì 15 settembre 2015

L'isola delle streghe

Non posso evitare di  menzionare Siquijor. Sono stato ben due volta. La prima per un evento che mi attirava molto. La festa dei guaritori. A fine Aprile. DA capire che Siquijor è l’Isola della stregoneria qui nelle Filippine, dove la superstizione è molto forte, dove il cattolicesimo che regna in maniera potente nel paese, qui si spezza, si allenta e si mischia con la cultura locale, antichissima. Tanti i guaritori, tra massaggiatori, pranoterapeuti e similari, molti bravi altri chiaramente poco più che buffoni per turisti. Pochi gli sciamani, pochissimi e rarissime le Mananagal. Mananagal è la figura più nera, più oscura, che suscita più paura nelle filippine. Tra magia mera, malocchio, sciamanesimo voodoo e stregoneria della più crudele le Mananagal (generalmente donne) sono rispettatissime, temutissime, suscitano vero e proprio terrore. Anche chi è lontano dall’isola, chi non crede a queste cose non vuol avere niente a che fare con loro. E’ roba oscura. E in qualche modo, che ci si creda o no, lo è davvero. Anche solo per la fortissima manipolazione mentale che sono in grado di effettuare. La gente muore, davvero come fosse nulla, senza spiegazioni, talvolta a Siquijor e per tutti, senza dubbio è la Mananagal. La mananagal cosparge dell’olio di cui ignoro la provenienza sull’addome e così facendo divide il suo corpo in due: busto che vola via e fianchi e gambe. Vola nella notte alla ricerca di bambini ancora nel feto della madre. Per nutrirsi di loro, togliendo chiaramente loro la vita. Dicevo, oscuro, maligno, bieco.
Bolo Bolo healer
Quasi impossibile entrare in contatto con una Mananagal, e ci hi provato, ma non in maniera persistente, almeno la prima volta che sono stato, una settimana, la seconda volta solo tre giorni ho lasciato perdere. Tornerò e sarò più attivo. Devo vedere, devo capire e non ha chiaramente paura, anche credendo fortemente che parte della leggenda sia vera. La mia mente è molto aperta e ciò che spesso viene definito soprannaturale, che invece è del tutto naturale, per me appartiene a questo mondo, solo in una differente sfera di realtà che la gente si rifiuta di vedere. Voglio capire fino a che punto una Mananagal sia maligna, fino a che punto la leggenda e questo potere oscuro si mischiano ad una delle realtà tangibili. Sta di fatto che due notti di fila cose strane, diverse, inquietanti sono successe.  Non ho bene le parole per descriverle, ma diciamo che nel mezzo del nulla, in una strada dove regnava buio pesto e la luce del mio scooter fendeva la questo nero totale ho incentrato una signore ferma al lato della strada, fissando il nulla. Ripeto, nel mezzo della notte, come fosse una sonnambula, ma immobile, la sua  mente era da un'altra parte. Una corrente elettrica passò il mio corpo da parte a parte. C’era qualcosa. La notte seguente, faccio la stessa strada, senza pensarci, passo nello stesso punto, nero più completo scena simile, ma questa volta un ragazzo alto e un bambino. Fermi, nel nulla, capo chinato da un lato per entrambi. Completamente assenti. Non so se riesco a porgere voi una vaga idea di quello che ho provato, ma non era una sensazione piacevole. Questo aggiunto al fatto che se chiedi in giro, storie del genere a Siquijor accadono tutti i giorni.


Questa è l’isola delle streghe, un isola stupenda, piccola, con una marea una marea che si alterna e lascai spazio a spettacolari paesaggi, dove mi siedo con gli amici per interminabili Jam session. Dove ho imparato un po’ meglio a suonare il Jambè e ad essere in sintonia con i ritmi del gruppo. Ho lasciato qualche amico che tornerò a trovare a Casa Miranda, una sorta di Family house albergo, perfetto per viaggiatori a lungo termine e backpacker, un luogo dove ti senti subito a casa. In qualche modo Siquijor è il mio posto preferito nelle Filippine.

sabato 12 settembre 2015

VARANASI.

Questo è un posto cronologicamente posto molto dopo di quando è accaduto, poco più di un anno fa. Non l'avevo pubblicato... Ed eccolo qua.

Varanasi è uno dei posti che più ho atteso in vita mia. Un psoto che mi dicevano esser culturalmente sconvoglente.
Beh, può sicuramente esserlo. Diciamo che se sei abiutato a viaggiare molto, se hai visto tutto il sud esta asiatico, se sono più o meno otto mesi che mangi India, respiri India, parlicchi Indiano, hai visto bene Calcutta, nessuna luogo potrà davvero sconvoglerti culturalmente.  Benares, come viene chiamata principalmente in Hindi è a dir poco pittoresca. Sporca come pochi luoghi su questo pianeta, ienteressante come pochissimi.  Effettivamente se uno prende e arriva direttamente a Varanasi, senza aver fatto a lungo il callo in tante altre parti, può esser devastante. E’ motlo difficile da spiegare a parole, Varanasi ti può lacerare la coscienza. La povertà che incontri, la vita di strada ai limiti dell’umano, i morti che bruciano (ho involontariamente, letteralemtne, aspirato a pieni polmoni un corpo in fiamme, una sensazione piuttosto difficile), lo sporco, i colori accesi, il cibo di strada, il più buon lassi dell’India  (meglio di Amritsar, checchè ne dicano) la merda ovunque, le mucche, il maestoso Gange, i bellissimi Gath. E’ una città immortale, è una città che ha natali più antichi di Roma stessa (lasciando perdere che di per sé non v’è una singola pietra più antica di Roma…).
Varanasi era immancabile nel mio infinito peregrinare, passeggi nelle sue piccole intricatissime vie, ti ci perdi e ti trovi i morti che girano con te, puoi quasi sentirli, sembra essere una città che non lascia facilmente  scappare le anime dei suoi morti, è, come dire, una città magica. Venire in India e non visitare Varanasi è andare in Francia e non visitare Parigi, con la differenza che nella vita di un essere umano Varanasi è molto più importante di Parigi. E’ un epicentro energetico che ti scuote, smuove le fondamenta di ogni umano che tenga gli occhi aperti, ovviamente non del turista che passeggia con l’ipad in mano per fare il video delle vacanze, nache se non né sono sicuro….

Non è consigliabile fare Varanasi appena arrivati in India, come dicevo, ma sicuramente non è nemmeno da fare come ho fatto io, alla fine di lunghi ed estenuanti otto mesi, perché è tanta roba, tanti odori, tanto sudore. Benares stanca. Mi son fermato cinque giorni. Cinque giorni sui Gath, tra le vie, passeggiando e fotografando, affittando all’alba una barca per vedere la città dal suo fiume. Una delle particolarità è che la capitale religiosa dell’India Induista è situata solo da una parte del fiume, desolazione dall’altra. Difficile non amarla, ma possibile che ti colpisca talmente tanto che dopo la prima mezz’ora tu voglia totrnare in albergo e non uscire più. C’è chi non tornerà mai in India a causa di Varanasi, c’è chi ci tornerà sempre, perché c’è Varanasi.