martedì 30 agosto 2011

Kuala Lumpur. La porzione di viaggio.

Ammetto tristemente che al di sotto di Kuala Lumpur ho trovato sin ora, nei miei numerosi viaggi, solo Casablanca.
Generalmente trovo un po' di fascino in ogni posto, e per carità un piccolo fascino può averlo anche la capitale della Malesia. E' davvero piccolo però e più che altro dato dalla popolazione, più che dalla città stessa, la quale offre davvero pochissimo e lo dico dopo aver visto le cose più belle.
Per quanto mi riguarda le città possono avere tre cose da offrire. La bellezza: Molte sono le città belle, Roma, Parigi, Budapest le più belle sono indubbiamente nel vecchio continente, ma ce ne sono sicuramente molte altre sparse per il mondo.Sono città d'altronde ricche di storia e testimonianze di questa. La magia: Alcune città città semplicemente sono magiche per i motivi più disparati. New York e  Marrakesch sono due esempi di magia, totalmente opposta, ma ricchissime sotto questo punto di vista. Poi ci sono le città che io definisco da mangiare, da vivere. Sono magari non bellissime, per i miei gusti, non hanno quella magia che posseggono altre località esotiche, ma hanno quella vivibilità, quella ricchezza nelle persone, quell'insieme di "abbastanza bello", "abbastanza magico" con in più qualche  particolarità del tutto tipica. Un esempio su tutte la mia ultima Hong Kong o da non dimenticare Barcellona, Shanghai. 
Kuala Lumpur no. Purtroppo no, trovo interessante studiare le facce, vedere la mescolanza della razza indiana che sembra dominare numericamente, almeno in città le altre etnie, trovo interessante la sua reale caoticità e disordine. Tutto qui, perché per la bellezza ci limitiamo alla modernità della splendide Petronas Towe e di uno o due palazzi non male. Non è una città che ha una sua particolare magia. Sicuramente non è una città vivibile o assolutamente da raccomandare agli amici.
Mi aspetto di più da Jakarta, prossima tappa. Lì mi aspetto, magari a torto, una certa drammaticità interessante, una mescolanza differente. Qui semplicemente è tutto molto sporco, quasi come fosse un'India un po' più pulita ma senza tutta la magia dell'India. Non sono mai stato in India (ancora no!), ma non c'è stata una persona che non mi abbia parlato della sua ricchezza.
Questo però non deve fuor viare. La Malesia è un altra cosa. La Malesia è sicuramente bellissima, soprattutto a livello naturale, io qui mi sto soffermando solo sulla città che vuole essere più occidentale, ma proprio non ci riesce. Non ha questo contrasti di cui ho sentito parlare, la trovo anzi molto coerente nella sua mediocrità totale. La moschea più famosa è davvero poca cosa.
Bellissime sono le Batu Caves che ho visitato oggi invece. Una grande caverna che ospita un paio di templi indù e una gigante statua di una divinità, sempre indù chiaramente a fare da guardia ad esse.
Detto questo proseguo per terminare la mia porzione di viaggio.

E' una città altamente trafficata, e le linee della metropolitana sono 4, ma solo la centrale è efficiente. Oggi abbiamo atteso invano una carrozza per oltre 40 minuti su una linea secondaria. L'avviso dava treno in arrivo e poi il treno non arrivava e l'avviso cambiava, dopo aver cambiato l'ultima volta di oltre mezz'ora abbiamo preso un taxi e pace all'anima di quelle persone che ormai affollavano sulla banchina.

La religione di stato è l'Islam come ho detto dapprincipio, maqui consente la libertà d'espressione delle altre religioni. La religione induista è solo al 7% da fonte wikipedia, l'Isalm 53%, buddhismo 17% e poi crisitianesimo 6%, Il resto non è dichiarato. Questi sono i dati per lo stato, anzi la federazione. Bisogna vedere se i dati sono reali o è diversa la situazione nella città, perché se è vero che la maggioranza è Islam, la situazione induista non è di molto minore, di buddhisti ne ho visti pochissimi. Chi professa islam o indusimo soprattutto è più visibile, soprattutto a queste latitudini, per quanto riguarda il resto non è detto che siamo riconoscibili, ma quando si esce sono praticamente tutti islamici o induisti. Non ci si sbaglia di molto. L'etnia indiana è molto vasta, quindi  normale che la religione induista sia così tanto professata. Dicevo l'Islam qui è più tollerante (infatti alla fine l'alcool l'ho trovato nei ristoranti, ma a prezzi molto alti), ma è certo che per i malesi non è possibile praticamente convertirsi ad altre religioni, le quali sono professabili solo se si appartiene alle altre etnie. 

Una curiosità: si incontrano moltissimi uomini che si tengono per mano. Lì per lì chiaramente si pensa all'omosessualità, quindi tutto normale. Invece ti rendo conto che la cosa è strana perché non sono omosessuali. E' una cosa che sa chi ha già viaggiato in India, per loro una cosa normale, anzi quasi un gesto di cameratismo. Non l'avevo mai visto e mi fa sorridere... Cosa che non provoca alcuna ilarità se fatta da due amanti etero o omo che siano, perché lo trovo normale, è intimo. Una cosa troppo intima da fare per due amici. Culture differenti....

Un ultima cosa da notare: E' una città sommersa di bandiere nazionali. Sono ovunque, è quasi fastidioso.

P.S.
Due ragazze belghe della guest house (che per inciso è si carinissima, ma ha una seria infestazione di cimici da materasso) mi confermano, loro che hanno attraversato il paese, che la Malesia è stupenda e la sua capitale fortemente deludente.

domenica 28 agosto 2011

Kuala Lumpur, primo contatto

Sesto paese toccato quest'anno, ma per quanto riguarda il mio viaggio è solo il quarto. Abbiamo fatto un'esaustiva ora per l'immigration. Sono affamato, ma contento per non aver avuto problemi nell'imbarcare la chitarra come bagaglio a meno extra... Tutto fila liscio per ora, sul pullman verso centricittà. C'è una vera e propria foresta di palme attorno l'aeroporto che ci scorta quasi fino in città, il caldo è piuttosto umido. Il soggiorno sarà breve, una porzione soltanto di viaggio, ma speriamo interessante.

Arrivati non ci vuole molto per trovare l'alberghetto che risulta essete molto carino e pulito, ma certamente estremamente piccolo, la nostra stanza non ha nemmeno una finestra... va comunque bene, aria condizionta, free wi fi, centralissimo. Dobbiamo mangiare perchè Polly affamata è intrattabile e ci dirigiamo in un pittoresco ristorante sotto l'albergo. Scoprendo quanto sia anche qui econica la situazione cibo ed entrando in contatto con la cultura araba. Per me non è la prima volta e devo dire che con presa con le molle, e parlando della sua versione non severissima a livello religioso, è una cultura che sempre mi affascina. È certo diverso e particolare respirare questa in n paese asiatico, spero di riuscire in questi pochi giorni a scoprirne le bellezze e le differenze. Intanto come da buona paese a cultura musuana c'è qualcuno che mangua con le mani, sebbene solo un paio e non c'è alcool in vendita. Meglio per la mia gastrite, meno per il mio spirito. Le posate, proseguendo sono di un lurido che mi richiamano i ristorantini notturni di piazza djem el afna (potreu sbagliarmi nello scrivere), dove perangiare mi toccava disinfettare le suddette, e davvero non sono uno schzzinoso, sono abituato ad adattarmi, ma un po' d'attenzione nom guasta con la vita che faccio. Ricordo di aver con me un po' di "quaiz" o "faizii" ovvero le mitiche bacchette con le quali sono diventato espertissimo nel mangiare. Ormai abile anche con riso e noodle, decido di fare una corsa all'albergo e finalmente un po' di pace possono trovare i nostri stomaci pettinati anche con due coca cola ( alla faccia della gastrite).

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Saluti e a presto.

In un momento di noia serale abbiamo deciso infine di affondare un po' i denti nella giuguare di Patong, per assaggiare, sebbene da un passo, indietro la sua corruzione sessuale e la sua notte brava. trasgressiva ai limiti del piacevole, ma gustosamente carica di colori, di alcool e di visi d'ogni tipo. Donne non sensualmente nuda in ping pong show he molti conoscono, ammetto chè qualcosa da cui davvero non sono attratto, anche rispettando chi può trovare divertimento in questi spettacolini. Non male d'insieme comunque, una serata fivertente, da tornarci quando zaremo nuovamente qui.
Ora lasciamo questa Thailandia davvero troppo bagnata, con una consapevolezza: Io,della Thailandia, voglio le piccole isole. Quello è il paradiso siamese che mi attende fra un paio di mesi, ora capatina nella capitale malese e poi via in polinesia: Jakarta e la sua Giava per per poi la bella Bali. Lasciamo questa thailandia un po'annoiati, sapendo che qui il pollo è eccezionale , ma il manzo assolutamente no; i thailandesi sono mediamente più simpatici dei cinesi, la cui cucina è però immensamente più ricca.
Torno Thailandia, non temere, ho ancora da scoprire tutto di te, delle tue isole gioiello e della tua caotica Bangkok.

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venerdì 26 agosto 2011

9 parti d'acuqa - 1 di patong. Mescolare al vento.


Qui è dura, piove sempre. Noi siamo a Kata, un villaggetto tranquillo e molto carino a sud dell'isola.
Se continua così facciamo un salto a Bangkok, magari una settimana corta e poi via in Indonesia. Al sole per tornare in questo paradiso quando sarà paradiso. Così niente isole,niente spiagge e pochi giri, solo pioggia torrenziale. Abbiamo affittato un motorino per girare un po’, ci sembrava una giornata almeno decente. Appena mi hanno consegnato le chiavi, in quel medesimo istante è iniziata la danza della pioggia. Da parte delle nuvole, non la mia.
E giù sempre più forte mentre ci dirigevamo a Patong: Vento e pioggia sembravano sfidarci mentre affrontavamo decisi tornanti, salite e discese stile montagne russe. Un acqua che sembrava venir giù direttamente a secchiate, ci si è messo tutto il colonnato di ogni religione del Siam. E’ smesso nell’istante in cui ci siamo fermati perché era troppo e ha ripresa nell’istante in cui ci siamo rimessi in sella. A Patong giretto veloce sotto la pioggi, pranzetto fugace e via con l’aria nella testa di que caos notturno che a Paton è scritto praticamente in ogni angolo. E’ tutto spento di giorno, ma si legge nell’aria che la sera è … Il Panico. Ci dobbiamo tornare. Voglio provare questo caos infernale che sa di corruzione, puttane, droga e turismo. 

mercoledì 24 agosto 2011

Il viaggio notturno verso phuket

Indescrivibile. Oddio proprio indescrivibile no, perchè ora vadi proprio a descriverlo...
il pullman per pìPhuket, è una cosa che ti toglie il fiato. 35 euro in due, sapendo che è un confort, ovvero uno di queinpullman più comodi, dove i sedili si stendono. almeno avevo capito così ed io tutto tronfio spiegavo alla mia polly che sarebbe sicuramente stato come quegli ottimi bus brasiliani, dove i sedili diventano praticamente letti...
Il pullman è in ritardo e io suono la mia chitarra cercando gli accordi di giardini di marzo. Trovo qualcosa, ma arriva il benedetto bus/pullman/corriera con ventu minuti di ritardi. I letti non si sdraiano del tutto, cmq sono larghi, comodissimi e si stendono molto. hanno il vibromassaggio incorporato a 3 velocità. ci sono televisori personali con diversi film, credo alcuni cmq in thai, musica e altre fesserie. un wi fi che per ora nn sembra funzuonare... ma ok, nn fa nulla. acqua e cibo. Una cosa favolosa. ad accoglierci un gentilissimo trans. Voglio vedere se in italia un trans può lavorare con questa disunvoltura...  Qui si usa il termine Ladyboy o in Thai Gatoi.
Detto questo siamo appena stati fermati dalla polizia, ma credo sia un controllo di routine, anzi no è un enorme posto di blocco che ha fermato il traffuco per far passare alcune volanti. Si riparte. destinazione phuket in un confort con echi arabi e prezzi cinesi.
Chi l'avrebbe mai detto...

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Prima truffa perpetrata dalla polizia.


Come ogni viaggio che si rispetti, appena abbandonato il paese occidentalizzato è arrivata la prima truffa da parte della polizia locale. Per un insieme di motivi, chiaramente nessuno valido e chiaramente nessun verbale: Dazio intascato. Sorriso beffardo il mio, pagando quella piccola tassa infame, miseri 400 bath, dieci euro. Ho cercato il più possibile di mostrare l'espressione di chi fa l'elemosina mostrando una certa pena. Purtoppo, sotto certi profili, davvero tutto il mondo è paese...

Aneddoto divertente. Oggi sono andato a comprare la Singha, la mia birra Thai a al 7eleven. Non l'ho fatto perché pare sia vietato comprare birra, almeno in quella area fino alle 17. Tipo dalla mezza alle 17. MA farà ridere sta cosa? Non puoi comprare birra di pomeriggio. Senza alcun problema sono andato ad un baracchino losco pochio metri più in la e la birra mi è stata venduta senza batter ciglio. Stranezze.

martedì 23 agosto 2011

La febbre e l'omeopatia in viaggio.

Passato il secondo giorno di febbre.... Passata la febbre.
Mi vanto sempre che quando sono in viaggio non mi ammalo mai. In realtà è la seconda volta ceh prendo la febbre. La prima fu febbraio 2010. La fortuna è che da quando uso l'omeopatia in luogo della medicina tradizionale (abbinata a saltuarie aspirine americane) la febbre dura sempre davvero poco. In Italia sto male tre volte l'anno. All'estero non più di una. Ottimo.
Ieri è stata un giornata di febbre più seria, oggi più che altro è stato uno sfebbrare e riprendermi. Ho trovato anche il tempo per andare a comprare i biglietti del bus. Domani si parte... Phuket!
Stiamo valutando come proseguire il viaggio, gli itinerari cambiano velocemente a seconda del clima, delle persone che incontriamo e ci parlano di luoghi, e delle idee che si aggiungono.
Come ho scritto nel post Paleo 1992, sto leggendo questo favoloso libro di Giorgio Bettinelli. E' una droga, ma soprattutto è pericoloso, perché mi istiga a viaggiare ancor di più, a farlo ancor più in maniera zingara, a vedere ancora più posti. Ho però la responsabilità di chi mi è accanto, alcuni viaggi non sono prudenti da intraprendere con una donna al fianco, ma non rimpiango nulla, la gioia di poter condividere alcune di queste emozioni è comunque impagabile.
La giornata è passata abbastanza velocemente, tra il mal di gola che si affievoliva, la febbre che è andata via con  gli ultimi sudori (necessito ferocemente di una doccia!), un po' di dita che ballano faticosamente sulle corde della mia nuova acustica da battaglia e le idee e le "fantasticazioni" sui prossimi viaggi e luoghi: Principalmente oggi ho fantasticato sul Sudamerica e su un viaggio futuro che farò al termine di questo.  Ho seriamente intenzione di acquistare un Bully della VW, adattarlo e fare un bel giro, magari un giro del mondo o cmq un viaggio che duri un paio d'anni come minimo. Scrivendo ancora di tutto e fotografando il più possibile. Immagino che dovrei trovare uno sponsor per tutto questo, qualcuno che pubblichi i miei racconti? O le mie foto... bah... vedremo. Intanto domani si prosegue verso la bella Phuket, sperando in un po' di mare. Gli unici due giorni adatti al mare ho avuto la febbre. DA domani sto bene, ma da domani torna la pioggia. Si prosegue dunque... In sella alla mia canon.
 Link delle foto:
Qui il mercato del cibo di Hua Hin http://www.flickr.com/photos/gianlucacasaccia/sets/72157627358374647/

e sul blog fotografico potete trovare un servizio fatto su alcuni incontri di Thai Boxe al Thai Boxing Garden di Hua Hin, ma ora che ci penso è postato anche qui sotto... :)



Thai Boxing GArden - Mooay Thai

Giusto un minuscolo video al volo dello spettacolo di due sere fa...


Se volete vedere le foto del servizio andate qui:

lunedì 22 agosto 2011

Massaggi Thailandesi - Fish foot (Fish pedicure)
- I piedi in pasto sono i miei!! -


Stare qui a decrivervi la bellezza e la meraviglia di un amssaggio, magari un massaggio ai piedi come ho fatto io è quaso superfluo. Innanzitutto non c'è bisogno di viaggiare, o cmq di arrivare sino in Thailandia per riceverne uno. E' una cosa che si può ricevere ovunque, certo dubito a questo prezzo: Qui un'oretta di meraviglioso massaggi ai piedi ti costa circa sette euro... Bella differenza.

Se qualche pazzo non avesse mai fatto un massaggio prima ad ora lo faccia. Dico almeno una votla nella vita. Quello hai piedi è tra i più.. Gloriosi per l'anima e lo spirito.

Non è comunque di questo che voglio raccontarvi, bensì del mitico Fish Foot, di cui avevo sentito parlare, e che ora è più noto come Dr. Fish o semplicemente Fish Pedicure, e si fa anche in Italia ed Europa, a prezzi immagino non leggerissimi, ma qui ridicoli.

E' una cosa fantastica, che da quel che ho capito, tra l'altro, arriva dalla turchia, ma è qui in Thailandia che ha avuto successo in primis.
I Garra Rufa sono piccoli pesciolini di cui potete trovare tutto su Wikipedia credo. Si nutrono, oltre che di carcasse di altri pesci e di alghe, di pelle morta. Sensazionali.
Immergere i piedi (o anche le mani) in queste vasche piene di piccoli foot fish eè una cosa davvero unica, insolita. Come piccoli piranha assalgono letteralmente la "preda" ma invece di  mordere letteralmente succhiano, sembrano in realtà baciarti. Immergi i piedi e ricevi migliaia di baci da simpaticissimi pesciolini, più piccoli e snelli di pesci rossi.
Dapprincipio chiarmaente la sensazione è di lieve solletico, sopportabile. La reazioni di tutti è ridere e meravigliarsi della splendida sensazione. Ho notato come generalemnte le ragazze, o donne in genere, tendono ad essere spaventate da questa pratica sebbene davvero piacevole.
Oltre la splendida esperienza, io l'ho fatto per quello, il risultato è eccezionale. I pesci fanno sparire ogni pellicina, anche quelle che non sa idi avere, quelle in superficie, quindi eliminando la pelle morta rilasciano un enzimo benefico che aiuta la ricrescita e altre cose buone per la pelle. Pelle dei piedi (e delle mani) come seta è il risultato.
Provare per credere e assolutamente è da prendere in giro chi si spaventa davanti a queste cose (come la mia Polly). Mancare questa esperienza che qui si può aere per circa 3 euro ogni quarto d'ora è davvero folle.

Facendo un piccolo giro informativo su interent ho scoperto una realtà che sa di ridicolo. Alcuni animalisti protestano contro l'utilizzo di questi pesciolini sotolineando una davvero immaginaria "crudueltà contro gli animali". I poveri pesci sarebbero strappati dal loro ambiente naturale e costretti a forza ad una nuova dieta. Io sono un animalista, non porto pellicce, prendo in giro i vegetariani e altamente per il culo i vegani. Rispetto soprattutto ogni forma di vita, entro i limiti, perché ammazzo le fottute zanzare e se posso solo quelle, però le zanzare le faccio fuori anche gratuitamente. Rispetto formiche se non invadono la mia casa e anche scarafaggi e blatte e ragni. I ragni anche dentro casa. Voi dovreste vedere i garra rufa, sono felicissimi di prendersi cura dei dei vostri piedi, perché la pelle umana è per loro sicuramente un piatto più gustoso e facile di carcasse morte di pesci. Poi sono pescestti, vivono per nutrisrsi e riprodursi, non sono a rischio d'etinzione e non hanno un sistema sociale che stiamo corrompendo e infangando, né derubando.
D'altronde in ogni ambito ci sono gli estremisti, non è il caso di andare contro gli animalisti. Solo e sempre contro le persone che si rendono ridicole. Ci manca che domani emanino una pubblicità progresso con il motto: "Tolleranza Zerp verso la schivitù dei pesci Rossi!"
E' i lcaso assolutamente, invece, di provare il fantastico Foot Fish!!!

domenica 21 agosto 2011

Paleo 1992 e la pioggia

Paleo 1992
Si ascolta ottimo rock, sotto una pioggia sferzante chr prima disegna la sabbia, poi la disfa. Sembrerebbe noioso poiché la pioggia battente dura ormai da un po', ma sono alla mia seconda birra Singha, abbiamo fatto sparire due panini e la mente viaggia come il resto farà il più prossimo futuro con le avventure vespiatiche in giro per il mondo di Giorgio Bettinelli, un'altro uomo-viaggio: Io al confronto sono una briciola, almebo per ora. Consiglio a tutti il suo splendido libro Brum Brum 254.000 chilometri in Vespa.

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venerdì 19 agosto 2011

14-19 Agosto - Ingresso in Thai e impatto – Hua Hin



Si riparte lasciando Hong Kong. Dove sono tornato per ricominciare il mio viaggio interrotto, dopo altri errori e altra fame da saziare. Lascio il porto profumato, questa è Hong Kong,  dopo tre mesi interessanti. Questa è una delle Mie città, una di quelle che posso chiamare un po’ casa. Direzione Thailandia, per ora credo ci fermeremo un mese, base Hua Hin, un paio di ore di treno o poco più da Bangkok.

Il bello di spostarsi dopo tre mesi e non dopo una settimana è che il posto che lasci ti è entrato un po’ dentro, inevitabile quindi che ogni piccola differenza nel nuovo ti sembri anche radicale.
La Thailandia e i thailandesi sono profondamente diversi da cinesi e hongkongers, è una cosa che si evince già respirando la prima aria dell’aeroporto. Mamme che dolcemente rimproverano bimbi per cercare di ottenere un comportamento civile in pubblico, cosa mai vista in Cina e nemmeno in Hong Kong. La prima cosa che noto, piacevolmente, è che innanzitutto è un posto con un educazione generale differente.
So che non ci sarà l’occidentalizzazione che si trova ad Hong Kong, la povertà sarà maggiore e molti in più saranno i disagi, ma già dai primi minuti avverti di essere in un mondo più vero, meno teso a copiare l’occidente. Un mondo con un’identità più forte. E’ da vedere se in tutto questo mi troverò bene, anche se le sensazioni sono assolutamente positive, ma le mie sensazioni su luoghi e persone (al contrario di quelle su eventi e situazioni) sono come le previsioni del tempo, ci azzeccano solo la metà delle volte.

Saremo ospiti, a Hua Hin, di Toon, moglie dello zio di Polly (Polly è la compagna con cui condivido questo meraviglioso giro del mondo e che già tre mesi ha condiviso con me la stanzetta di Wan Chai a Hong Kong) e della stupenda piccola Asia, una bimba bellissima la cuginaetta di Polly,  timidissima. In luogo di pullman o treno per raggiungere Hua Hin troviamo proprio Toon ad accoglierci all’aeroporto. Casa circa due ore dopo, in macchina. Cambio favorevole e scheda per iphone a prezzi che ti fanno arrabbiare ricordando l’Italia.
Ora un’eccezionale parentesi sulla guida Thai.
Ritornando al passato ricordo la più assoluta  mancanza di regole e rispetto in Cina, precisamente a Shanghai, dove i semafori erano equivalenti al nulla e dove tu potevi anche essere investito da una macchina o da un motorino che di nottte girava senza luci contromano, se attraversavi correttamente con il verde, e il cinese di turno si arrabbiava anche. Qui è diverso, le regole sono sempre molto… Come dire… Sorvolabili, ma c’è una sorta di rispetto comune. Mi spiego, guida all’inglese (come Hong Kong, non come in Cina), semafori rispettati per la maggior parte. Moto e motorini con caschi assolutamente facoltativi anche se obbligatori per il guidatore. In motorino si va da una a quattro persone, 3 anche qui sembra essere il numero perfetto, moltissimi motorini hanno proprio il terzo sellino davanti. Spesso il quarto passeggero è un neonato. Un classico Thai: il guidatore, con casco, guida tenendo la ragazza in sella davanti. Molti sono i pick up, dove dietro raccolgono numerose persone. La scena più comica è stato incontrare uno di questi veicoli con tre quattro persone dietro, una di queste era un bambino in sella ad un motorino. Non oso immaginare le ripercussioni in caso di incidente. La guida contromano è frequente, ma cercando almeno di rispettare chi guida nel verso giusto, quindi si fa nella corsia d’emergenza, soprattutto motorini, sporadicamente macchine.
Nel tragitto verso casa si incontrano bancarelle che vendono prodotti a seconda della zona dove ci troviamo. Ricordo venditori di sale e poi di “Canom za”, prima parola thai che ho imparato (la seconda è Kohpkum ca, ovvero grazie), questi sono strepitosi dolci di cocco, di cui faccio incetta da subito.

Casa dell zio è bellissima, mi spiega via skype come si possa tenere con fantastiche agevolazioni impossibili in Italia. Un pensiero balena nella mia testa per una lontana e futura vecchiaia. Un posto per fermarmi un po’ lo dovrò trovare, se non ora, almeno quando il pelo si farà caprino (e come diceva il buon vecchio Aldo: “E’ il momento in cui l’uomo smette co la figa e attacco cor vino”).
La piccola Asia è di una timidezza incredibile e l’ospitlità di Toon davvero grande.

Nei pochi giorni che seguono scopriamo il poco che c’è da vedere a Hua Hin, cittadina molto tranquilla, con molti ristorantini tipici e molti italiani, generalmente pizzerie. Mangio una pizza davvero ottima, dove l’unica pecca è il pomodoro, purtroppo locale quindi insipido.
Tutto costa davvero poco, ESTREMAMENTE poco, anche la pizza.
Il centro di Hua Hin pullula di piccoli bar e il tripudio di prostitute è ambizioso, la faccia del posto è losca e “traffichina”, corrotta, ma è solo apparenza. In realtà è la faccia tipica di questi posti, ma la sicurezza è tanta, almeno qui, e di losco c’è davvero poco. Direi, in vero, che tutto è pittoresco e piacevole. Le vie oltre i bar e i ristoranti sono pieni di affittacamere, tattoo studio e centri massaggi.
Visitiamo una “casa dell’elefante” dove gli esemplari vengono tenuti in cattività è vero, ma almeno fuori da gabbie, il rapporto tra loro e i padroni è molto umano, certo purtroppo non mancano catene e qualche balletto fatto da elefanti che mi fa domandare come l’elefante possa averlo appreso (intendo quale sia stato il prezzo, di quante frustate o simili stiamo parlando).
Un giro nei dintorni di Hua Hin con Toon come guida ci fa scoprire alcuni templi, un mercato galleggiante aperto da pochi giorni, una statua di un monaco davvero enorme, morto cinquanta anni fa. Ieri notte in ultimo il mercato notturno, carino, simile agli altri mercatini sparsi come il sale per tutto il pianeta.
Il luogo è tranquillo, bello, ma un po’ noioso, il mare non è quello tipico Thai da rivista di viaggi. Decidiamo di rilassarci, quindi, una settimana e di partire il prossimo lunedì o giù di lì, per proseguire e per non approfittare troppo della deliziosa ospitalità.