sabato 26 settembre 2015

Manila e la sua lunga notte tra peccato, povertà e carte di credito rotanti. This is Makati nightlife.

Volge al termine la mia Makati e ho davvero festeggiato tanto. Il vento ha iniziato a soffiare pochi giorni prima del previsto, ma rimarrò fino alla fine del mese. Devo dire che questo mese è servito, mi ha scaricato.  Fuori a far festa ogni sera per i primi quindici giorni, fino a mattina, tutti giorni. Il mio fisico ha ceduto per due giorni, febbrone. Al solito un po’di acqua bollita con zenzero e succo di calamansi e tutto passa in fretta. Una delle due sere con quasi quaranta di febbre mi sono presentato in un bar dove vado spesso a giocare a biliardo, per vedere la partita di Champions della Magica Roma contro il grande Barcellona, al gol di Florenzi, che ha tirato dalla sedia accanto alla mia qui a Makati, non sapevo che fare non riuscivo a crederci, non riuscivo a urlare, mi son messo le mani nei capelli e mi guardavo interno cercando di capire se qualcuno avesse capito cosa fosse successo, che gesto di meraviglioso calco era stato prostrato sotto i nostri occhi. Un ragazzo accanto a me che guardava la partita e mi chiese se amassi il calcio (Io so daa Roma, risposi in perfetto…Inglese), mi guardava dopo il gol come niente fosse accaduto, come se Davide inaspettatamente non avesse accecato Golia scagliando il sasso dalla terra dei fuochi; come se Frodo Florenzi non avesse gettato l’anello dalla cima dell’Everest in barba a Messi nei panni di Sauron.
Niente.
Mentre immaginavo a Roma cosa stesse succedendo, immaginavo morti allo stadio, gente che volava tra una curva e l’altra, i pub distrutti… Una guerra suburbana in cui anche quelli che ci stavano rimettendo erano a fare festa, almeno sino alla mattina dopo. Qui niente, poi un ragazzo, l’istante dopo urla: “Hey Guys! Look at this guy! Look what he did!”, il Bolt nascosto in me (molto nascosto) mi ha dato l’energia necessaria per uno scatto felino verso il ragazzo che aveva ammirato e allora Abbracciamose Forza Roma!
Invece niente.
A parte un singolo commento entusiasta, nulla. Qui nun se fa festa… E vabbè, 1 a 1 palla al centro, vedemo che succede e speriamo che la febbre non peggiori che domani sera ho un appuntamento…
View from the Gramarcier71
Mi sono dato al dating selvaggio ed è stato divertentissimo (la partita intanto è finita 1 a 1 come è o fu noto),  è stato interessante, diverso, divertente, incontrare così tante persone, donne, ragazze, e conoscere cosi tante diverse storie, con il fine ultimo, spesso più del sesso, di avere una serata piacevole con una persona del tutto nuova, in cui entrambi siete spinti a flirtare il più possibile.
Beh se all’inizio, Manila non mi piaceva a parte la solita passeggiata a Chinatown (sono consapevole  che sia una mia cosa personale, io adoro le Chinatown), ora devo dire che sono un fan della notte di Makati. La Makati night life è ricca di scelte, ha la sua faccia più lurida nell’essere una tipica Sin City asiatica, la faccia del peccato, ma è famosa anche per la sua mondanità glamour ricca dei grandi rampolli delle famiglie di costruttori, ricca di modelle e attrici, dei grandi eterni giovani proprietari di imperi Roiale Estate, la notte di Makati sa esser sfarzosa e lussuriosa in bar al settantunesimo dove fumi una narghilè, rigorosamente shisha da queste parti, in un club con un taglio da jet-set newyorkese per poi portarti in tarda notte in uno dei club dove la musica è techno di alto livello, la gente è quella a cui piace far vedere i soldi e le carte che ruotano tipo pugni del grande Mazinga. Bisogna dire che il divertimento, anche nell’ambiente più superficiale di Manila, è reale in questa Makati night life, e dura sempre sino a mattina.
L’altra faccia, quella del peccato, quella del lato più che oscuro, direi basso, de “la Foza”. Come di consueto, quando posso, decidendomi di fermarmi in una città, cerco il Red Light District. Qui è Burgos, nella Poblaciòn, il cuore di Makati. Ed è proprio per le puttane, per le spogliarelliste, i transgender e i lady boy, i poliziotti che sono buttadentro, le offerte speciali, i massaggi eventualmente disponibili con Happy Ending, o direttamente senza massaggio, a ogni ora della notte  co il fortissimo rischio di esser drogato e derubato. E’ proprio per questo che scelgo il Red light district, ma non tanto per l’accesso personale ai sopraelencati servizi, quanto per la loro presenza e per la fauna che attirano. Burgos è molto simile a Patpong o Padong, meno intensa, meno lurida, meno estrema, più facilmente raccontabile e più accessibile. E’ anche, però, molto più povera, più triste, se passeggi ai suoi bordi, sui marciapiedi più scuri vedi bambini che dormono per terra, letteralmente con la faccia per terra e ti chiedi se sia colla, vedi magari una famiglia, addormentarsi sotto l’ombra che l’albero creata dai neon. Burgos è tanta roba. Più lenta, scandita, ma sempre viva. Burgos è una raccontastorie, ventiquattro ore al giorno, puoi metterti in un angolo, per disegnare i volti, o fotografarli o scrivere i racconti che vedi. Non è un mondo a parte come verrebbe facilmente da pensare, è semplicemente una delle facce di questa realtà, di questo mondo. Poi fa sempre ridere quando stai passeggiando con una ragazza che hai o ti ha invitato, essere avvicinati da un tipo che cerca di esser losco provando a venderti Viagra …
Storie. Ventiquattro ore al giorno. A Burgos, Makati, Manila.


Venghino signori, venghino.

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