Notte a Savannakhet per proseguire subito verso Tha Khaek, come
trampolino verso la strepitosa caverna di Kong Lor, sette chilometri sotto una
montagna calcarea stile Halong Bay, in barca. Imperdibile e purtroppo saltato
da molti. Con qualche piccola vicissitudine tipica riusciamo a noleggiare un
motorino e percorrere 180 Km tutti d’un fiato in tre ore. Il panorama non
incanta molto nel tragitto, perché il giro da fare potrebbe essere
interessante, ma è più lungo e sinceramente per ora non ho molta voglia di
altre caverne e cascate. Tha Khaek è anche carina, piccola ennesima cittadina,
invero poco più di un villaggio, lungo il Mekong ormai molto familiare e abbastanza
sterile riguardo ai incantevoli paesaggi, almeno per quanto riguarda il Laos
centrale.
Arrivati alla caverna incontriamo subito un piccolo gruppo formatosi
tre giorni prima. Craig e Bruce, australiani purosangue di Sidney,
giovanissimi, simpatici e una via di mezzo tra il classico australiano “party e
surf” e un viaggiatore; Terry, australiana di Melbourne; Dror, israeliano rasta
vegetariano, persona favolosa; Simon, from London, U.K., piacevole giornalista
di Skysport. A questo si uniranno per il giorno e la nottata nella guest house
che in vero è un nuovissimo hotel Dylan, diciotto anni, from Santa Cruz,
California che mi racconta delle idiozie di Schwarzenegger; Wilma e la sua
amica di cui non ricordo il nome, olandesi.
La visita alla caverna dura tra andata sosta e ritorno un paio d’ore
abbondanti, con un sali e scendi nei punti dove il fiume diventa troppo basso
per lasciar galleggiare la barca, anche perché siamo in stagione secca. E’
davvero molto impressionante, l’enorme caverna sembra non terminare mai per poi
sfociare in un paesaggio stupendo, dove stanno dormendo bordo fiume un bel
branco di bufali. Il primo gruppo, tranne Dror, si fermerà qui, al villaggio a
dormire in una piccola guest house che vogliono far passare per Homestay. Tutti
gli altri passeranno la serata alla Guest House, che è un hotel, Chanta,
stranamente pulita. La serata passerà giocando a scacchi dove perderò anche con
il piccolo Dylan (lo so mi battono tutti!!) e la mattina praticamente non
riusciremo a fare colazione. L’albergo è gestito solo da bambini, come spesso
capita e senza elettricità davvero non sanno che pesci prendere. Provo alla guest
house accanto ma non hanno il pane, quella dopo invece ci sono clienti, ma il
padrone se ne è andato da più di una mezz’ora dicono. Nulla da fare, riusciremo
a fare una mezza colazione più in là. Dylan e le olandesi ci lasciano qui. Il
resto, tutti velocemente a Tha Khaek con altre tre ore di motorino a 90 Km/h
fissi. Qui incontrerò di nuovo Fred e passeremo una bella serata con lui, il
nuovo piccolo branco e altri tre austriaci pronti per il viaggio che abbiamo
appena terminato. Bruce da un nome al gruppo di “motociclisti”: The Scooties e
ci sarà un simpatico battibecco su chi debba essere il presidente. E’ una bella
situazione, una situazione che cercavo, un bel gruppo creato dal nulla e che
almeno in parte proseguirà per Vientiane, la capitale e Vang Vieng. L’indomani salutiamo i tre austriaci di
qui uno è identico a Harry Potter senza occhiali, forse una via di mezzo tra
Harry Potter e Frodo. Dror con mio rammarico ci saluta, lui prosegue verso Sud
con Terry. Polly, Craig, Bruce, Fred, Simon ed io partiamo per il Nord e
vediamo un po’ che accadrà stavolta.
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