domenica 19 febbraio 2012

Kong Lor e la grande grotta.


Notte a Savannakhet per proseguire subito verso Tha Khaek, come trampolino verso la strepitosa caverna di Kong Lor, sette chilometri sotto una montagna calcarea stile Halong Bay, in barca. Imperdibile e purtroppo saltato da molti. Con qualche piccola vicissitudine tipica riusciamo a noleggiare un motorino e percorrere 180 Km tutti d’un fiato in tre ore. Il panorama non incanta molto nel tragitto, perché il giro da fare potrebbe essere interessante, ma è più lungo e sinceramente per ora non ho molta voglia di altre caverne e cascate. Tha Khaek è anche carina, piccola ennesima cittadina, invero poco più di un villaggio, lungo il Mekong ormai molto familiare e abbastanza sterile riguardo ai incantevoli paesaggi, almeno per quanto riguarda il Laos centrale.
Arrivati alla caverna incontriamo subito un piccolo gruppo formatosi tre giorni prima. Craig e Bruce, australiani purosangue di Sidney, giovanissimi, simpatici e una via di mezzo tra il classico australiano “party e surf” e un viaggiatore; Terry, australiana di Melbourne; Dror, israeliano rasta vegetariano, persona favolosa; Simon, from London, U.K., piacevole giornalista di Skysport. A questo si uniranno per il giorno e la nottata nella guest house che in vero è un nuovissimo hotel Dylan, diciotto anni, from Santa Cruz, California che mi racconta delle idiozie di Schwarzenegger; Wilma e la sua amica di cui non ricordo il nome, olandesi.
La visita alla caverna dura tra andata sosta e ritorno un paio d’ore abbondanti, con un sali e scendi nei punti dove il fiume diventa troppo basso per lasciar galleggiare la barca, anche perché siamo in stagione secca. E’ davvero molto impressionante, l’enorme caverna sembra non terminare mai per poi sfociare in un paesaggio stupendo, dove stanno dormendo bordo fiume un bel branco di bufali. Il primo gruppo, tranne Dror, si fermerà qui, al villaggio a dormire in una piccola guest house che vogliono far passare per Homestay. Tutti gli altri passeranno la serata alla Guest House, che è un hotel, Chanta, stranamente pulita. La serata passerà giocando a scacchi dove perderò anche con il piccolo Dylan (lo so mi battono tutti!!) e la mattina praticamente non riusciremo a fare colazione. L’albergo è gestito solo da bambini, come spesso capita e senza elettricità davvero non sanno che pesci prendere. Provo alla guest house accanto ma non hanno il pane, quella dopo invece ci sono clienti, ma il padrone se ne è andato da più di una mezz’ora dicono. Nulla da fare, riusciremo a fare una mezza colazione più in là. Dylan e le olandesi ci lasciano qui. Il resto, tutti velocemente a Tha Khaek con altre tre ore di motorino a 90 Km/h fissi. Qui incontrerò di nuovo Fred e passeremo una bella serata con lui, il nuovo piccolo branco e altri tre austriaci pronti per il viaggio che abbiamo appena terminato. Bruce da un nome al gruppo di “motociclisti”: The Scooties e ci sarà un simpatico battibecco su chi debba essere il presidente. E’ una bella situazione, una situazione che cercavo, un bel gruppo creato dal nulla e che almeno in parte proseguirà per Vientiane, la capitale e Vang Vieng.  L’indomani salutiamo i tre austriaci di qui uno è identico a Harry Potter senza occhiali, forse una via di mezzo tra Harry Potter e Frodo. Dror con mio rammarico ci saluta, lui prosegue verso Sud con Terry. Polly, Craig, Bruce, Fred, Simon ed io partiamo per il Nord e vediamo un po’ che accadrà stavolta.

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