Il mio viaggio in Malesia è una sorta di pre-luna di Miele, due
settimane corte tra Palau Kapas, una splendida selvaggia isola, piccola sulla
costa malese che s’affaccia sul golfo. Davvero una scoperta piacevole. Arrivati
in Malesia dovevamo capire dove spendere un paio di giorni in attesa di
incontrare i nostri amici venuti dall’Italia. Guardando la cartina e seguendo
alcune guide locali abbiamo soggiornato a Merang una notte (niente di che) e
poi 15 minuti di barca per raggiungere Kapas Island (Palau). Semplicemente
strepitosa. Naturale, non contaminata, niente motori sull’isola. Solo natura e
mare fantastico. Dopo pochi giorni insieme ai nostri amici spendiamo una
settimana alle Pherentians, isole bellissime, alquanto turistiche, rese
“expensive” a causa dei trasporti consentiti solo tramite barchette gestite dai
locali che per ogni spostamento ti spennano!!! Spendi due lire per dormire e
una fortuna per spostarti di una spiaggia, ridicolo. Le Pherentians sono due
isolette, la piccola è più backpacker, leggermente più economica e più
festaiola, la grande è più bella, più tranquilla, e un filo più costosa. Detto qusto
si e no dieci euro per un carinissimo bungalow sulla spiaggia, mi sembrano
sempre molto sostenibili (soprattutto in due).
Le pherentians sono famosa meta di Diving, occasione colta, 5
immersioni, comprese due in due relitti, uno dei due (Sugar wrck), famoso dive
spot, relitto stupefacente, un peccato davvero non esser potuti entrare
(tornati a koh tao ho preso la specializzazione per relitti, in maniera da
poter entrare senza problemi, legalmente, quando concesso).
Il diving continua ad esser un’esperienza unica.
Interessante incontro alle Pherentians con Mak, un malese cinese di
Kuala Lumpur. Scambiamo opinioni sulla città, più che altro gli spiego le mie
perplessità, che in parte concorda, ma aggiunge molto. Capisco che, come
sempre, se avessi visitato la città con un locale, l’impatto sarebbe stato
diverso. Mi spiega come KL è da loro considerata una “città del peccato” e come
si spende una piacevole serata al Karaoke in compagnia di ragazze vietnamite…
Mak è una persona interessante un po’ “avvelenata” con il buddhismo,
lui cristiano protestante. Spero di rincontrarlo se dovessi passare da KL, cosa
probabile per il volo in Australia.
Ultima tappa malese è Kota Baru. Città bisfrattata e presa in
considerazione solo per prendere visti per la Thailandia. Causa feste nazionali
siamo costretti a rimanere nella cittadina 4 giorni che ci lasciano il tempo di
scoprire qualcosa in più della cultura locale, di capire ancora di più il
rapporto tra le varie parti di questa nazione: Malesi (generalmente musulmani),
cinesi, indiani. Kota Barhu come tutta la provincia è fortemente musulmana.
Scopriamo uno strepitoso mercato, io vado pazzo per i mercati e Brit lo stesso,
dove spendiamo parte delle nostre giornata scoprendo dolci locali, scattando foto, intraprendendo
interessanti conversazioni. Kota Barhu, che tutti non considerano, o che
considerano come brutta e noiosa cittadina si trasforma in un posto
interessante per noi.
Infine si torna a casa (Koh Tao) con un semplice e comodo treno
notturno, dopo il secondo autostop (brevissimo) da viaggiatore. E’ stato bello
scoprire un’altra parte della Malesia, nazione incantevole a livello naturale,
terribile a livello architettonico. Continuo a pensare che l’architettura
neo-musulmana sia la più brutta che la mente umana possa concepire.
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