sabato 1 ottobre 2011

A presto amici miei, ora si va avanti.


Ieri abbiam fatto più tardi, mi sveglio con fatica per accogliere il mio rituale che causa il forte raffreddore che Juanma mi ha attaccato ho dovuto evitare per qualche giorno. Appena esco vedo la marea bassa che s’è bevuta tutto il mare lasciando spazio ad un paesaggio vagamente lunare, a molluschi, a stelle marine in bella vista, ad una sorta i spugna nera che si muove lentamente e dicono essere velenosa, a degli osceni lombrichi di mare che sembrano uscire da un film tipo alien, alle sea orchids ( la versione locale dei ricci), allo sguardo che può saltellare da un punto all’altro cercando chissà cosa, ai pensieri e ricordi che tornano sempre in mattine come questa a far lavorare le mie cellule con la loro moltitudine di sinapsi.
E’ una mattina ancor più quieta del solito e mentre Polly dorme io son qui, a scrivere dopo la mia colazione.
Generalmente mi sveglio con il mare a dieci undici metri da me, oggi è ad oltre cinquanta metri.
Nettuno stanotte ha fatto baldoria e s’è bevuto un po’ di questo splendido mare. Credo che oggi andrò un po’ a pesca, trovando una fiocina, con pinne e maschera.
Gli amici spagnoli ci hanno lasciato qualche giorno fa.
Dopo aver passato altre notti sull’isola, aver effettuato un altro leggerissimo viaggio micotico che invece che tra le stelle ci ha portati a scoprire le meraviglie del plancton fluorescente di notte dando vita a quella che abbiamo battezzato la “festa  del plancton”, siamo andati a Singiggi per poi andare a Mataram per rinnovare il visto, loro poi hanno proseguito per bali, per pochi giorni prima di tornare a casa, noi siamo tornati sulla seconda isoletta, dove con “los amigos” ci eravamo trasferiti gli ultimi tre giorni.
Con un passo indietro ricordo la sera della “festa del plancton”: Avevo sempre sentito parlare del plancton fluorescente che illumnia mare e bagnasciuga di notte, mai l’avevo visto.
E’ davvero bellissimo, sembra che le stelle siano cadute in acqua e le puoi raccogliere, mettertele sulla pelle ed essere un po’ stella anche tu. LA festa si è svolta senza gruppo musicale, ma in sorniona compagnia di un altro gruppo di ragazze spagnole, alla loro primissima esperienza.
Un’altra esperienza davvero notevole, scoprire il mondo è sempre qualcosa di magico che ti fa sentire ragazzino scoprendoti meravigliato per cose semplici, ma di una bellezza disarmante.
Queste notti ho rispolverato e ampliato la mia conoscenza astronomica, residuo bellico, ma sempre utile dell’ultimo anno di Liceo e del favoloso Prof.Mistretta, che sempre ricorderò.
Trovo un luminosissimo Giove che va a braccetto con la costellazione di Ariete e sempre in groppa al Toro, come fosse un rodeo da guerre stellari. Trovo Scorpione, ritrovo la vecchia e amata Cassiopea, il Drago, Il Cigno, il Delfino, la via Lattea, le meravigliose Pleiadi. Era qualche anno che non vedevo un cielo così, stavo quasi per dimenticare la sua tossicità. Eh sì, il cielo è tossico, quando è così vivo, forte, luminoso e immenso ti droga letteralmente e te ne stai lì, seduto sulla sabbia a fissarlo per ore, come se non avessi mai in vita tua visto niente del genere. Niente di così grandioso e magnifico.
Ho voglia di mangiare pesce, anche stanotte, alla brace di legna (il tocco che lo rende delizioso e impagabile), ma con questa marea che sembra disegnare una nuova isola non so se sarà un pescato dei piccoli ristoranti o della mia fiocina.

Mirko, Pepe e Juanma hanno lasciato un piccolo vuoto questi giorni, perché quelli spesi in loro compagnia hanno avuto un sapore bellissimo, di vacanza come quando eri piccolo, andavi con la famiglia e ti facevi sempre nuovi amici con i quali giuravi di tenerti in contatto con le vecchie lettere e poi non lo facevi mai. Non c’era internet, il telefono lo usavamo poco a quell’età e a parte con Gennaro, ragazzo di Afragola, che non so perché ricordo, ma con cui ho tenuto un amicizia di penna per un paio d’anni, non ho mai ricontattato un amico estivo. So che i tre dal corazon catalano invece rimarranno li, anche grazie alla tecnologia, saremo in contatto e torneremo a passare ottimi momenti quando li andrà a trovare nella loro Catalunia. O loro troveranno me da qualche parte la prossima estate:
Avevamo formato la nuova tribù dei piedi neri.  Stando spesso scalzi sull’isola, e con questa sabbia che sembra tingere i piedi, eravamo davvero “i piedi neri”, letteralmente. Anche lavandoli non tornavano nuovi, ci vuole più di un lavaggio e non tornare subito sulla sabbia, che su questa seconda isola e più bianca, quasi –issima direi.
Per ora abbiamo deciso di fermarci qui da soli almeno una settimana e io ho finito il mio libro del grande Giorgio Bettinelli, un viaggio strepitoso e durissimo, non credo farò mai un viaggio così duro e volendo pericoloso. Lo ammiro molto, mai io sono da viaggi sì così lunghi, ma cadenzati da soste più lunghe, o meno fame di limiti e nazioni e forse più fame di volti e storie. E’ stato un instancabile pioniere del viaggio in vespa, io non sono pioniere di nulla, non faccio nulla di nuovo, però se non entro nei posti per più tempo, se non mi immergo totalmente nel modo di pensare dei locali mi sento morire. Ci sono posti che per forza di cose faccio più velocemente, altre in cui ho bisogno di giorni per annoiarmi, per scrivere, per imparare il loro modo di vivere per conoscere amici che so che dureranno e altri che so che perderò per sempre.
HO finito, dicevo, il libro che nelle sue pagine è stato scandito dal bellissimo segnalibro fatto a mano a JogJakarta e regalatomi da Yudi, l’amico che ci ha ospitato a Jakarta, è un ricordo che porterò sempre con me come portafortuna. Il filo conduttore che unirà le mie letture in viaggio.
Oggi o domani torno sull’iniziato Achille Piè veloce di Benni, che mi stava piacendo tanto.
Nel primo transito nella nuova isoletta, sulla barca incontro Jim, un americano che è già più di un mese che vive qui e rimarrà almeno fino ai primi di novembre. “Faccia da americano”
“faccia da “californiano”, di uno che californiano non è, ma la terra dei sogni l’ha scelta come casa per lungo tempo. Oltre i cinquanta, rughe da lupo di mare, biondissimo e abbronzato, il suo inglese e sbiascicato da buon americano rilassato. Racconta velocemente della sua esperienza in Viet Nam, e mi sento quasi in difficoltà quando mi viene da dire: “Cool, Viet Nam”, perché per quanto drammatica tutta la vicenda, io d’istinto ci ho visto qualcosa di romantico, un periodo che ha sognato la storia del pianeta, anche se in negativo, e lui c’era, ma non per scelta. “I couldn’t join that war, i was draft” per un anno, almeno non in prima linea.
E’ Jim che mi ha consigliato di venire a cercare alloggio ai bungalow dove ci troviamo ora, più economici, leggermente più spartani, ma splendidi, a bordo mare e soprattutto nell’angolo dell’isola dove si vede il miglior tramonto, parola che ormai trovo con difficoltà, mi esce sempre “Sunset”. Non poche volte l’inglese e lo spagnolo si mischiano all’italiano anche con la mia Polly o con la nuova coppia italiana che abbiam incontrato, ad esempio, ieri. Loro sono in luna di miele, sposati con un matrimonio dal taglio rock dopo tredici anni di fidanzamento e sono più giovani di me.
Inizio a sentirmi vecchio e giuro che non lo sarà mai. Quale vecchio vedendo spiagge morbide trova irresistibile il richiamo di capovolte, capriole, salti all’indietro dove c’è una duna rialzata? Mi sento un po’ coglione a  volte a causa di questo richiamo che c’è ogni volta, ma quando vedo che Juanma inizia prima di me, questo a Singiggi, nemmeno una settimana fa, sono rincuorato: Non sono l’unico non vecchio e stranamente questa condivisione mi fa sentire la spagna ancor più vicina, credo proprio ci andrò a vivere un po’ al mio ritorno in Europa, non so se prima o dopo l’ingresso in Prigione Italia, che mi mancherà per via di splendide nipoti, un fratello, genitori amici e qualche parente stretto, e che mi mancherà quanto mi manca ora almeno per il pane e per il vino. Mi manca anche per la mia Roma, sono sincero.
Nota divertente, ieri dopo aperitivo e cena a bordo spiaggia con la nuova coppia di amici raccontandoci le vite, abbiamo dapprima visto una tartaruga bordo spiaggia, uno squalo non tanto piccola e una razza “bellissima” nel suo volare nell acqua. Rispettivamente la tartaruga era un pezzo del ramo di una palma, lo squalo una piccola trave di legno e la bellissima fluttuante razza quasi sicuramente una busta. Scherzi del paradiso…

Nessun commento:

Posta un commento