mercoledì 9 aprile 2014

Le mucche in contromano.

27 Marzo

Ho scordato di dire una cosa non poco importante per il mio viaggio. Ho
comprato una moto. Royal Enfield Bullet dell'86, con doppio sedile Maharaja.
Awesome!
65.000 rupie, circa 800 euro per una moto vintage, che sta abbastanza bene, ma
che sicuramente mi darà qualche grattacapo qua e la nel percorso. Questa è
l’India, succederebbe comunqe con una moto nuova, magari meno. Per questo ti
compri una Royal Enfield, semplicissima da mettere apposto ed il tutto è
sempre estremamente economico. Alla fine l'ho pagata in realtà 63.000, ma
mettici le tasse di prelievo, comunque quasi 65 è costata. Comprata a Pushkar,
dopo l’Holi, da Niro. Personaggipo che conoscono tutti e del quale pare ci si possa
findare. Sono inclusi un sacco di attrezzi, candela, fusibili e due caschi. Mi pare
abbastanza equo considerando che ha già il portapacchi, bello grosso, un
serbatoio più grande del normale, essendo un’edizione speciale, sistema elettrico
nuovo e gomme evidentemente nuovissime.
Il nome? Aretha Ganesh. Aretha per la grande Franklin, voce rythm and blues
immortale, vecchia affascinante culona, appunto come la mia moto e ganesh
perché infine siamo in India e comunque la culona a due ruote ha la faccia di
Ganesh, in ottone, al centro della targa frontale, sotto il faro. Poi me sa che
sotto sotto a me piacciono un po' le culone.
Colori, bronzo e nero. Qualche cicatrice qua e la tipica di una moto da viaggiaotre.
Ha visto un bel po’ d’India questa meravigliosa bastarda. Ora mi accompagnerà per qualche
mese nella scoperta, mia e personalissima, del nord.
Quindi si parte per Bundi. Aretha Ganesh, Manu ed Io.
La moto è molto carica, pesante, la forcella balla in partenza per l'evidente
squilibrio, ma con un po' di velocità si adegua e si toccano i 95 Km/h in autostrada.
Arrivare in autosrada è un impresa, 55 chilometri di terribile asfalto misto a
polvere. In mezzo a quello che è quasi un deserto. Con capre, bambini, qualche
macchina, altre moto devastate, buche in ogni dove, miriadi di dossi non
segnalati che mettono la tua vita a repentaglio ogni venti minuti. E’ come vivere
un videogioco. La guida non è delle più semplici, ma sono cresciuto in motorino a
Roma e sempre a Roma ho portato per diversi hanni la Mia splendida Miss Lolita,
un'Harley del 2003, un 883 spettacolare. Quindi anche l’India non mi prende del
tutto impreparato, il traffico di Pushkar non è difficile, quello di Ajmer già è più
interessante, ma ancora roba da principianti. Purtroppo ci dobbiamo fermare
subito ad Ajmer, meno di 30 chilometri da Pushkar, ho già bruciato
completamente la frizione, che magari non era nuovissima, ma scopro dal
meccanico che è un problema comune delle Enfield: Motore forte, frizione
debole. Se guidi nel traffico, in maniera normale, usando la frizione molto, per
due o tre chilometri, rischi di bruciarla, se poi provi a fare un salitone, quando sei
pesantissimo e per via del traffico in salita la moto si ferma e devi ripartire, il
gioco della frizione ti fa bruciare il tutto. Lo puoi fare da scarico, non con un'altra
persona un'altra sessantina di chili in groppa. Comunque il cambio è gratuito e e offerto da Niro, pochi euro. Il tutto a me sarebbe costato 7 euro e mezzo. Cambio
e manodopera (una cifra comica), quindi Niro ha fatto bella figura probabilmente
con meno di 5 euro…
Ajmer è inaspettatamente carina nelle sue piccole vie mercato del centro. E'
quasi un Suk arabo. La predominanza musulmana qui è inaspettata. Sono tutti
musulmani, tanto che negli alberghi, prima di dirmi se hanno una camera, mi
chiedono la nazionalità, moltissimi non accettano, purtoppo, gli israeliani. Un
bello schifo, concordo.
Ajmer una sola notte si riparte subito per Bundi. Qui il viaggio è più facile per via dell’autostrada. L’attenzione comunque non può  dimiunuire un millisecondo, quindi lo stress fisico è il medesimo. Il video gioco continua: Tir in contromano, gruppi di mucche libere (sempre in autostrada),
qualche mucca morta, motorini in contromano. Gente che in generale non è che
sappia guidare molto bene. Altri Bus in contromano. Poi un tir che supera una
vacca. Poi un bus che supera un tir. Poi fantastico: Un bus che supera un tir che
supera una vacca. Tutti e tre in contromano. Tutti e tre in autostrada. Da
aggiungere il fatto che loro quando vanno in contromano in autostrada, non si
mettono di lato, ma sull corisa di sorpasso e ti fanno pure i fari o il clacson, sei tu
che ti devi scansare. Sia mai!!!!
A volte questa scenetta si manifesta anche davanti alla polizia, senza nessun
problema. Poi se ti trovano un grammo di charras in tasca succede il finimondo.
Poveri bastardi.
Si arriva a Bundi, dopo qulache sosta e qualche Chai nelle varie Daba
(ristornatini locali) e dopo un pranzetto e un piccolo giro a Sarwar, un piccolo
villaggio sulla strada, più interessante del previsto. Pranzo al solito squisito e
speziato.
Bundi è un gioiello. Piccola, con uno splendido, zozzissimo, laghetto artificiale
stile Pushkarani, la tipica costruzione dei serbaoi d’acqua e un palazzo con forte
mozzafiato che si affacciano sulla cittadina dalla collina. Solo il palazzo vale lo
sforza di arrivare sino a qui. Splendido. Davvero immancabile. Questa è l’ultima
tappa del viaggio con Manu. Che ci lascia per tornare alla vita quotidiana e pallosissima della prigione Italia.
Compagna di viaggio inaspettatamente felssibile e dolce. Amica con cui ho potuto
condividere una festa importante e bei momenti che rimarranno nelle nostre
memorie. Lei si dirige verso Agra, io faccio i bagagli la mattina seguente e piano
piano mi butto per Cittograph.

1 commento:

  1. Ogni tanto mi soffermo a leggere i tuoi splendidi racconti e mi chiedo....chissa' come sara' il prossimo :) e' evidente che finalmente hai trovato la tua strada....almeno per il momento è ne sono molto felice. un abbraccio dal vecchio hispanico

    RispondiElimina