domenica 18 settembre 2011

Bali e il dolce incontro finale


Bali è bella, non c'è che dire, ma di questo non parlerò molto perché Bali la conosco in molti, moltissimi.
Sono sincero, m'aspettavo di più, è purtroppo invece fagocitata dal turismo e dal modo diverso d'essere dei balinesi in confronto al resto degli indonesiani. Non è tanto il fatto del balinese in sé: è il turismo che ha un po’ corrotto l’anima di queste persone. E’ una continua richiesta di soldi declinati in viaggi, trasporto anche se sei già in motorino, droghe. Una cosa pedissequa al punto di diventare stancante.
Kuta è particolare, il turismo è pressante e soprattutto da giovanissimi australiani che si riversano in Legian street facendo alzare il prezzo di tutto e creando un caos poco piacevole se non sei più ventenne. Mi sono consolato passando qualche serata tra le vie interne al paese, più tranquille e più tipiche. Quello che più di tutti mi ha colpito di Bali è che quando riesci a non trovare traffico e quindi forte puzza di smog l’odore dell’aria è stupendo, odore di miele e di fiori. Finalmente qualcosa di positivo.
Affittiamo uno scooter per girare un po’, mi pare il minimo. L’attenzione che serve da queste parti è altissima, perché la guida è davvero pericolosa, avendo l’abitudine gli indonesiani, come un po’ tutto “questo tipo di mondo” a non saper guidare in primis e a non rispettare minimamente non tanto le regole stradali, quanto quelle della sicurezza e del buon senso. Facilmente ti puoi trovare un suv in contromano in curva dopo una salita. Quindi si guida pianissimo e con grande attenzione. Il prezzo della benzina è paurosamente basso. Come l’affitto stesso del motorino a meno di 5 euro al giorno…
Con il motorino abbiamo girato un bel po’ i dintorni di Kuta, visitando diverse spiagge, tra cui la bella Dreamland e la spettacolare Uluwatu, meta di surfisti seri.
L’avventura a Dreamland è stata poco piacevole perché è stato uno di quei giorni per me disastrosi, dove me ne capitano una dopo l’altra e letteralmente ci siamo rovinati la giornata:
Dopo nemmeno un ora parto con le foto, bordo acqua e un onda arriva alta bagnandomi il costume e di fatto spegnendo definitivamente il mio iphone in tasca. Un danno vero visto il viaggio e l’importanza che questa device ha per me (considerando musica, telefono, ma soprattutto la possibilità di essere sempre reperibile con internet e poi.. Le mappe! Non ti perdi mai), anzi per noi.
Scoprirò poi che il danno è ancora più serio perché in indonesia non possono riparare questo tipo di danno perché bisogna sostituire una parte che qui non hanno, ho dovuto quindi comprarne uno nuovo e un iphone non costa mai poco.
Dopo poco il fattaccio attendevo qualche altra piccola sciagura visto che so che quando mi capita qualcosa del genere ne arriva sempre un’altra o due attaccate a condire meglio la giornata.
Chiavi del motorino scomparse. A venti chilometri da Kuta ho dovuto chiamare un ragazzo che “fa le chiavi dei motorini”, così dicono semplicemente. Tu lo chiami e lui in un quarto d’ora riesce a fare una chiave perfettamente funzionante senza avere l’originale, ma guardando dentro le fessure con una torcetta e facendo tentativi. Dopo una piccola contrattazione, sempre divertente perché vai a trattare per pochi euro, ma che qui sembrano sempre tanti, ho staccato un prezzodi dodici euro per la chiave e l’intervento, partendo da venti e sapendo che a Kuta si trova a 6. Poco male.
In viaggio, in questo tipo di viaggio,uno dei trucchi per rimanere sempre a galla e quello di pensare nella valuta locale. Se considero tutto in euro, costa tutto poco, ma due euro qui e due euro li fai cinquanta sessanta euro al giorno e termini facilmente il budget mensile. Indonesia: pensare in rupie come in Thailandia erano bath e a Hong Kong dollari. Se il budget è ridotto è fondamentale il negozio, la contrattazione.
In ultimo abbiamo avuto il piacere di farci rubare le infradito di Polly, sulla spiaggia, mentre attendevamo il ragazzo delle chiavi, probabile sia stata una straniera più che un locale. La cosiddetta ciliegina.

Chiunque sia stato a Bali avrà notato la simpatica abitudine ad offrire religiosamente una composizione di fiori difronte ad ogni locale, albergo o abitazione. Tipico induismo balinese. Un bel punto di colore, una delle molte tradizioni  balinesi.
L’altra spiaggia, Uluwatu è spettacolare, di spiaggia vera e proprio ce ne è poca, è piccola e divisa da due rocce. E’ tutto un po’ roccioso, tanto che non è facile farsi il bagno, più che altro è un immergersi nelle piccole piscine naturali che si formano tra le rocce, ma lo spettacolo è davvero di alto livello. Spiaggia nel complesso magnifica e ristorantini in alto, a strapiombo sul mare che offrono un panorama mozzafiato. Luogo dove perdersi facilmente con i pensieri davanti ad una Bintang, che vuol dire stella la birra indonesiana. Devo ricordarmi di fare un elenco delle birre in viaggio.
Tornando a casa noto molte svastiche, ne ricordo diverse anche a hong kong e in Thailandia. Chiaro che qui il significato e tutt’altro, ma da europeo non posso fare a meno di pensare a ciò che una svastica è per noi, e alla profonda stupidità di troppa e troppa gente.
I pensieri viaggiano mentre si sfila con il motorino tra i pericoli mortali che queste strade offrono, l’indonesia è un bel paese, non mi fa impazzire Bali, però non ci lamentiamo. Un paese difficile, si trova su una placca terrestre molto attiva, quindi frequentemente colpito da terremoti e tsunami, un ennesimo ha fatto fuori oltre quattrocento persone nemmeno un anno fa, nonché spesso colpito da eruzioni serie, qui i vulcani attivi sono numerosissimi e sempre in agguato.
Penso quanto mi fa ridere, come successe anche in Thailandia che qui è pieno di gente, spesso indiani che hanno un’attività come sarti e ti vogliono vendere per forza un vestito. Già non è semplice che un italiano si faccia fare un vestito in queste parti del mondo, ma poi un completo cin questo caldo? Davvero a loro sembra una mossa intelligente, un business fruttuoso?
I pochi giorni a Kuta passano tra le spiagge ele due guest house, nella prima delle due conosco Newman: Esatto, proprio come l’attore, ma questo è il suo nome. Simpatico, mi da qualche consiglio, ci faccio delle chiacchiere come sempre, ma mi racconta poco di lui, mia aiuta a trovare però un’altra guest house perché questa chiude del tutto. Siamo stati gli ultimi clienti in assoluto della ANOM DEWI guest house, riaprirà i battenti tra cinque o sei mesi, forse con un nome nuovo, ristrutturata e meno economica, ora pagavamo per un posto davvero carino circa 12 euro a notte.
L’ultima notte una gradito incontro, mentre tornavamo al Surf doggie inn per una nottata molto corta (ci dovevamo alzare all 5,30 per iniziare il viaggio verso Lombok, cercando un po’ di paradiso), incontriamo un simpaticissimo amichetto a 4 zampe. Un cucciolo, non ho capito se mezzosangue o razza di queste parti, perché anche se cucciolo sembra proprio uno di questi cani che girano a Bali. Miele, coda lievemente arrotolato verso l’alto e simpaticissimo.
Il sacchetto di pulci contiene due zecche (tre, ma la terza la troveremo in mattinata) per le quali mi adopererò con cautela sfilandole del tutto vive dalla pelle del piccolo amichetto che rimarrà senza nome dopo averne valutati un po’, noi avevamo iniziato a chiamarlo semplicemente Létto, diminutivo di cagnoletto, parto mentale della mia Polly. Létto ci tiene compagnia, è giocherellone e evidentemente in festa per il primo amore ricevuto in nemmeno un mese di vita per strada. E’ un bel po’ sporco e affamato. Troviamo del latte scremato alla vaniglia e dei biscotti (per il pasto ho consultato mia cugina per via telematica, non sapevo davvero cosa dare al pupetto). LA notte che doveva essere dura per le poche ore è stata piacevole, anche se ancora più corta. Ho dormito si e no tre ore, alle 5 ho fatto fare una passeggiatina a Létto, intestinalmente poco produttiva, ma li ho fatto colazione con il sorriso sulle labbra nonostante l’orario. Attendiano il ragazzo che ci deve passare a prendere per portarci al porto, un’ora di tragitto, dove prenderemo il traghetto diverse ore di tragitto, dove attenderemo due ore per attraccare a Lombok, un'altra oretta abbondante per arrivare ad un'altra barca che in venti minuti ci porterà su un ennesimo isola. Il tipo che si doveva presentare alle 6 si presenta alle 7 stravolgendo i nostri piani che consistevano nel portare Létto con noi, per poi trovargli una famiglia perché anche se avremmo voluto poteva stare con noi solo qui in indonesia, la legge non prevede di portarlo in aereo senza i dovuti vaccini, certificazioni, analisi e ci vuole qualche mese che proprio non abbiamo. Sapevamo sarebbe stato straziante separarci dopo un mesetto, ma era meglio così, non potevamo lasciare quel batuffolo simpatico in mezzo alla strada, mi sarei sentito come abbandonarlo personalmente, non esiste. Invece ecco qui che un minuto prima ceh il tizio si presentasse troviamo una simpatica ragazza, che ha già un cane e che promette se ne prenderà cura lei. Sembra davvero contenta, anche perché il nostro cucciolo è irresistibile e ha un bel sorriso, il che promette bene, avrà sicuramente un buon cuore.
Lo ammetto qualche lacrima scende anche dopo poche ore passiate insieme, d’altronde un cane riesce con l’amore che infonde a toccare quelle corde più profonde e Polly si perde un po’ nei ricordi e per qualche giorno ogni cosa le ricorda il cuccilo e immagina sempre come sarebbe stato se…  Siamo comunque contenti, abbiamo messo in salvo Létto e gli abbiamo trovato casa. Il cuore è in pace anche se un filo triste. Avevo pensato anche in qualce mnodo di mandarlo a Erass a JogJa, ma la cosa non era facile, anche se lui l’avrebbe sicuramente amato (tramite sms si è mostrato subito disponibile ad adottarlo).
Ciao cagnoletto, buona vita noi andiamo su un isoletta vicino Lombok di cui non diciamo il nome cercando un po’ di paradiso e amici nuovi.

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