Ci siamo, finalmente Manila. Finalmente le Filippine. L’atteso
ultimo grande step per la mia chiusura del sud est astiatico, mancano solo i
piccolissimi stati Timur est e Sultanato del brunei. In verità non sono qui molto per viaggiare,
ma per fare immerioni, diventare istruttore poi vedremo, ma qualcosa vedrò
prima di dirigermi verso Coron.
Magnifico inzio in volo, una splendida e sorridente hostess
mi riconosce come italiano appena entrato in aereo, eravamo all stop di Abu Dhabi.
Mi riconosce dai tempi della televisone e sono passati 18 anni! Il feeling è
subito tangibile e ricevo un servizio da business class più qualche veloce
piacevole chiacchierata. Questo rende le 8 ore di volo più veloci, più deliziose..
Atterraato a Manila trovo subito il mio ostello, poso le
valige, doccia e all’una di notte sono in giro per le strade di Manila, giusto
un paio d’ore.
La mattina amicizia con un gruppo di ragazzi in ostello e
via per le strade di Manila, mentre visito la città con un interessante
architettura spagnola e un veloce pasto nella chinatown di turno decido di
seguire il consiglio di una paio di amci e dirigermi a Nord prima delle spiagge.
La sera parto per Banaue, luogo di partenza per visitare Batad dove famose sono
le terrazze di riso, sottto la protezione dell’Unesco, se questo vuol ancora
dire qualcosa…
Nel lungo tragitto notturno faccio amicizia con Andrew,
ventenne scozzese, pieno di domande e piuttosto sveglio soto un punto di vista
spirituale, una cosicenza alta, in rircerca di se stesso, direi un ragazzo
estremamente consapevole e ineressante, con tutte le meravigliose cazzate di un
ventenne annesse. Si prende camera in sieme con un'altra coppia conosciuta sul
bus, di Amsterdam. Colazione la mattina appena arrivati giornata di riposo e a
dormire, distrutti, prestissimo. Tra volo e prima notte a Manila dove ho
dormito 4 ore, mettici pure il jet lag sono crollato alle 9, anzi qualche
minuto prima… La mattina ci dirigiamo alle terrazze di Batad, un piacevole
trekking tutto in discesa, si fa un bel giro ci si perde tra queste antiche terrazze.
Il paessaggio è mozzafiato, ti fa fare un salto indietro nel tempo. Ci
vorrebbero pagine e pagine per descrivere un paesaggio così bello e armonioso.
Incontro una donna con un bellissimo sorriso. Più che anziana sembra antica,
millenaria. Uscita da un libro fantasy. Gli anni evidenti, sulla schiena piegata
decenni nei nei campi, più di mezzo secolo sotto la pioggia, sotto il sole
china a raccogliere riso e apiantarlo. Con i piedi nel fango. Giorno dopo
giorno. Riposando in case che sono poco più che capanne. Lei mi guarda sorridente,
con quello sguardo che sembra non esserci. I veli delle cataratte che le
rendono probabilmente quasi impossibile vedere… Eppure ci vede, ti vede, ti
capisce. Non potevo non avvicinarmi chinarmi, chiederle una foto. Lei accetta
contenta. Momenti che rimangono per sempre nelle mie foto e nella mia memoria.
Siamo alle terrazze noi 4 più Andrew, un altro, nato
londinese di sangue cinese, giovanissimo quarantunenne viaggiatore e revisore
finanziario. Una ragazza inglese, divemaster appena di ritorno dall’eperienza
australiana e ancora, una ragazza canadese, di quesi posti sperduti nel canada
dove fa freddo. Il freddo quello vero. Il ritorno a Banue è invece un trakking
tutto in salita. Una bella ammazzata…
Ci spostiamo il giorno seguente a Salgada, dove speravamo di
trovare una situazione più interessante, ma un po’ per la pioggia costante e il
mood non troppo vivo decidiamo di partire. Aspetto ancora qualche giorno per
dirigermi a Coron. Ora Si va qui sulla costa. Siamo ancora a Luzon, L’isola di
Manila, ho appena fatto le carte a Haley, la ragazza inglese, ascoltiamo Ben
Harper e i Mumford And Sons a lume di candela. Gli schermi alternano i
dialoghi, l’aria è piacevole. Non si è mai soli quando si viaggia. Mai.
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