mercoledì 4 marzo 2015

Filippine, primo approccio

Ci siamo, finalmente Manila. Finalmente le Filippine. L’atteso ultimo grande step per la mia chiusura del sud est astiatico, mancano solo i piccolissimi stati Timur est e Sultanato del brunei.  In verità non sono qui molto per viaggiare, ma per fare immerioni, diventare istruttore poi vedremo, ma qualcosa vedrò prima di dirigermi verso Coron.
Magnifico inzio in volo, una splendida e sorridente hostess mi riconosce come italiano appena entrato in aereo, eravamo all stop di Abu Dhabi. Mi riconosce dai tempi della televisone e sono passati 18 anni! Il feeling è subito tangibile e ricevo un servizio da business class più qualche veloce piacevole chiacchierata. Questo rende le 8 ore di volo più veloci, più deliziose..
Atterraato a Manila trovo subito il mio ostello, poso le valige, doccia e all’una di notte sono in giro per le strade di Manila, giusto un paio d’ore.
La mattina amicizia con un gruppo di ragazzi in ostello e via per le strade di Manila, mentre visito la città con un interessante architettura spagnola e un veloce pasto nella chinatown di turno decido di seguire il consiglio di una paio di amci e dirigermi a Nord prima delle spiagge. La sera parto per Banaue, luogo di partenza per visitare Batad dove famose sono le terrazze di riso, sottto la protezione dell’Unesco, se questo vuol ancora dire qualcosa…
Nel lungo tragitto notturno faccio amicizia con Andrew, ventenne scozzese, pieno di domande e piuttosto sveglio soto un punto di vista spirituale, una cosicenza alta, in rircerca di se stesso, direi un ragazzo estremamente consapevole e ineressante, con tutte le meravigliose cazzate di un ventenne annesse. Si prende camera in sieme con un'altra coppia conosciuta sul bus, di Amsterdam. Colazione la mattina appena arrivati giornata di riposo e a dormire, distrutti, prestissimo. Tra volo e prima notte a Manila dove ho dormito 4 ore, mettici pure il jet lag sono crollato alle 9, anzi qualche minuto prima… La mattina ci dirigiamo alle terrazze di Batad, un piacevole trekking tutto in discesa, si fa un bel giro ci si perde tra queste antiche terrazze. Il paessaggio è mozzafiato, ti fa fare un salto indietro nel tempo. Ci vorrebbero pagine e pagine per descrivere un paesaggio così bello e armonioso. Incontro una donna con un bellissimo sorriso. Più che anziana sembra antica, millenaria. Uscita da un libro fantasy. Gli anni evidenti, sulla schiena piegata decenni nei nei campi, più di mezzo secolo sotto la pioggia, sotto il sole china a raccogliere riso e apiantarlo. Con i piedi nel fango. Giorno dopo giorno. Riposando in case che sono poco più che capanne. Lei mi guarda sorridente, con quello sguardo che sembra non esserci. I veli delle cataratte che le rendono probabilmente quasi impossibile vedere… Eppure ci vede, ti vede, ti capisce. Non potevo non avvicinarmi chinarmi, chiederle una foto. Lei accetta contenta. Momenti che rimangono per sempre nelle mie foto e nella mia memoria.
Siamo alle terrazze noi 4 più Andrew, un altro, nato londinese di sangue cinese, giovanissimo quarantunenne viaggiatore e revisore finanziario. Una ragazza inglese, divemaster appena di ritorno dall’eperienza australiana e ancora, una ragazza canadese, di quesi posti sperduti nel canada dove fa freddo. Il freddo quello vero. Il ritorno a Banue è invece un trakking tutto in salita. Una bella ammazzata…

Ci spostiamo il giorno seguente a Salgada, dove speravamo di trovare una situazione più interessante, ma un po’ per la pioggia costante e il mood non troppo vivo decidiamo di partire. Aspetto ancora qualche giorno per dirigermi a Coron. Ora Si va qui sulla costa. Siamo ancora a Luzon, L’isola di Manila, ho appena fatto le carte a Haley, la ragazza inglese, ascoltiamo Ben Harper e i Mumford And Sons a lume di candela. Gli schermi alternano i dialoghi, l’aria è piacevole. Non si è mai soli quando si viaggia. Mai.

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