giovedì 11 dicembre 2014

Rishikesh, delusione commerciale

Giorno di viaggio divertente in moto. Tanta pioggia, belle strade... Dopo tre mesi e mezzo si lascia l’Himalaya ed è come se la spina si staccasse, senti il caldo indiano arrampicarsi sulla pelle, il cielo cambia, l’energia cambia.
Ci metto un bel po’ a causa di una pioggia che a tratti è massacrante, acquazzoni tropicali travestiti da...... Acquazzoni Tropicali, niente de più.
Arrivo a Rishikesh appena fatta sera. Gli ultimi chilometri sono massacranti, tra tanti paesini che uno dopo l’altro rilasciano traffico, gente, veicoli, casino. Quel casino Indiano da cui mi ero disconnesso stando sulle montagne, rieccolo tutto insieme. Sono stanco e appunto è praticamente notte. Ultmi 15 chilometri... Ce l’abbiamo quasi fatta e... BOOM! Scoppia la gomma posteriore, la moto pattina a 70 km/h, mi preparo all’impatto con l’asfalto nuovissimo, cercando di cadere verso l’esterno della strada, perché dall’altra parte ci son macchine che arrivano e dietro a me c’è una fila di macchine che non so come stia reagendo alla mia pattinata in moto su asfalto indiano. Letteralmente per cento metri ed oltre sbando da destra a sinistra della corsia, sicuro come la morte farò uno di quei botti epici, ma ce la posso fare a non farmi male..... Niente, si vede che mi porto dietro ancora lo Shiva Power e riesco a non cadere. Pazzesco. Tremo. Un minuto e non c’è più nessuno. Né macchine dietro a me, né davanti. Mi trovo su questa lingua d’asfalto al buio, intorno a me foresta indiana. Nove di sera. Capiamoci, tra un ora questa strada verrà chiusa al traffico perché la notte ci sono tigri ed elefanti selvaggi. Entrambi gli elementi mi faranno sparire in pochi istanti. Cazzo. No, dico davvero: Cazzo! Non posso perdere tempo. Metto la moto moto fuori strada, lucchetto, tiro giù le valige e spero passerà qualcuno più velocemente delle eventuali tigri o elefanti. Non sarebbe piacevole, davvero non saprei come affrontare una tigre. Non credo potrei affrontare una tigre anche sapendo come fare. Sempre ci sia un modo per farlo. Eccoli. Qualcuno arriva. Si fermano subito, ripenso al fatto che se fossi in Italia a fare l’autostop di notte in un bosco losco, nessuno si fermerebbe mai. Qui si ferma la prima macchina che passa. Un gruppo di ragazzi della città vicina vengono a passare il week end a Rishikesh. Grazie Mamma India. Mi prendono e mi portano fino in albergo, mi aiutano a dire il vero a trovare un albergo cheap nella zona yoga-backpaker chiamata Luxman Jula. Inutile dire che arrivo distrutto, riesco a trovare un ristorantino sul Gange aperto e di corsa al letto.
Rishikesh è una gran delusione per me. Apparte un paio di amicizie qua e la, apparte il posto davvero carino non mi ci ritrovo. Il livello di insegnamento di Yoga è piuttosto basso, se consideriamo che questa dovrebbe essere la capitale mondiale dello Yoga (lo è solo commercialmente, qualitativamente Mysore è di un’altra categoria). Spendo giorni a fare diversi tipi di Yoga, trovo sotto consiglio una buona scuola finalmente. Sono davvero poche le scuole decenti se non sei interessato al corso mensile di una marea di ore.... Io, interessato alle lezioni singole, perché voglio ampliare la mia conosdcenza minima e basilare di altri tipi di Yoga, rimango piuttosto deluso e a dire il vero capisco definitivamente che lo Yoga Ashtanga è esattamente quello he fa per me. Pratico più per conto mio bordo fiume che nelle scuole. Un paio di bagni nel Gange o meglio il Ganga. Interminabili colazioni. Non prendo un chilo per rimettermi nemmeno morto. Non peso più di 58 chili, ovvero 10 tondi al di sotto del mio peso e io sono comunqe sul magro, quindi con dieci chili in meno sono la radiografia di me stesso. Bassa stagione, poche persone, nessuna Jam session, serate noiose. Meno di venti giorni lascio. Rishikesh non mi ha convinto. Provo a vedere la cara moto ma non mi danno cifre accettabili. Almeno trovo il tempo e il modo di meditare decentemente e giornalemnte, cosa che mi tiene in forma e mentalmente lucido, nonostante charras, salute non al top per via della vecchia bastarda Giardia che ha lasciato segni profondi, nonostante un disagio che cresce, dato da quasi nove mesi di India tutti d’un fiato si fanno sentire (oddio, tutt idàun fiato no, ho fatt o15 giorni in thailandia per rinnovare il visto e ho fatto una decina di immersioni). Mamma India ti da tantissimo, ma è anche in grado di toglierti tanto. Non credo che Rishikesh mi rivedrà al mio eventuale, probabile ritorno. Vorrei partire ora ma non posso, ho bisogno di vedere almeno Benares una delle città più antiche del mondo, più antica della stessa Roma, noi la chiamiamo Varanasi. La città più sacra dell’India.
Divertente fu il “ripescaggio” della moto. Mi faccio accompagnare da un mecanico del luogo, ma la moto non si trova, proviamo altre strade, tante bolte mi fossi sbgliato, ma no, la strada è proprio quella, quella che chiudono di notte per via di tigri ed elefanti. Scopriamo dopo un po’ che è stata portata via dalla polizia, sia per sicurezza sia perché la polizia spera sempre di strappare qualche rupia al turiosta di turno. Fortunatamente il meccanico è amico del comandante del giorno, quindi dopo un discreto sbattersi qua e la riesco a prendere sta benmedetta moto e portarla dal meccanico, guidando con la ruota a terra. Il tutto mi costa circa 5 euro. India…



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