lunedì 22 aprile 2013

Roma, Istanbul, Chrisitinia, Reykjavik


La vita ti porta ovunque, soprattutto se la segui senza troppi dubbi e troppe domande.
La mia vita, quella di una viaggiatore che ad un certo punto mnon ha potuto fare a meno di fotogradare il mondo, mi ta portando davvero ad assaggiare sempre più in profondità la carne e il snague di questo pianeta.
Dopo una sosta che sembrava non finire mai in Thailandia, dove ho trovato moglie, americana, altri amici umani e acuqatici sono dovuto tornare in Italia.
Ammetto che non avrei voluto, ma visto che la strada era quella è stato bene seguirla con maggiore entusiasmo possibile. Due mesi veloci per salutare famiglia, vecchi amici, incontrare ancora la città più bella del mondo che per ceti versi riesce ad esere tra le più orribili. Roma doveva incontrare mia moglie e viceversa. Credo che entrambi siano rimaste piacevolmente colpite, ma alla fine, come avevo avvertito, dopo un impatto entusiastico Britt è rimasta un po’ delusa. Rimanend empre lì forse no nci si rende conto, ma Roma è una citta chiusa, mal mantenuta, davvero poco divertente e con una routine che sa di fallimento generale. Peccato, Roma potrebbe essere ancora il centro del mondo, ma noi Italiani, da popolo eccezionalmente colto, portatore di cultura, simpatia, allegria, personalità e amore, siamo diventati un popolo chiuso. Un popol oche pensa  se e ancora pensa di esser migliore, in qualche modo, di ogni vicino. Oggi, ancora per un italiano o sei italiano o sei straniero. Non ci sono vie di mezzo. Roma, come più o meno tutta l’Italia è bella. Bella da morì. Bella, ma non balla. Felici di andare via a conoscere altro mondo. Tristi di lasciare tanti amici, chiaro, ma la vita è una e la voglio vivere sino un fondo. Non posso più fare a meno di farlo.
Nel frattempo abbiamo avuto tre porzioni. Facciamo due più un assaggio, di cui al contrario di come faccio sempre parlerò solo velocemente.
Istanbul. Semplicemente favolosa, almeno d’impatto. Una città di una bellezza a tratti disarmante, con una vita che brulica e sembra non finire mai. Una città ricca di storia, di cibo, di facce, du cultura. Ho camminato tanti di quei chilometri da buttare un paio di scarpe. Moschee strepitose disegnano uno skyline che è un misto tra confusione e seduzione.  Incantevole nelle persone, in un ospitalità che non t’aspetti da quei volti che appaiono spesso duri, ma che rilasciano contagiosi sorrisi al primo stimolo.  Sei giorni da turista vecchio stile, macchina fotografica, zaino, mappa e tant a curiosità per una città che ho stteso per tanti anni e che non mi ha deluso sotto nessuno aspetto. Tescekkur ederim Istanbul, sembra che ti sia rivelata senza problemi. Una vecchia signora che accoglie davvero tutti.
Una città immancabile se non si vuole rimanere troppo ignorant nei confronti del mondo.
L’altra porzione è stata Copenhagen, o meglio Chrisitiania. Una città nella città o per molti una nazione nella città. Una solta di vaticano, senza religione, senza banche, senza poteri nascosti. Solo tanti hippie che ceranbo di vivere in pace rispettando il mondo e l’ambiente. Copenhagen è bella, niente di stupefacente, ma deliziosa nella sua compatteza ed eleganza. Un’eleganza nordica, quindi a volte un po’ troppo sterile.
Christiania è forse indefinibile. Un’esplosione di colori, di gente differente. A Christiania come quasi dappertutto ci sono persone bellissime e povere teste di cazzo,  ma il tutto è mescolato molto bene. E’ un postio da scoprire, che si concede facilmente, ma solo a livello superficiale. Per conoscere Chrisitania, a questo primo livello devi comunque viverla. Facendo il turista che dorme a copenhagen e passa di li un paio d’ore un paio al giorno per un paio di giorni, non si può assolutamente cogliere l’essenza di quella comunità. Tutti in Christiania servono la comunità ed è una cosa bellissima. Tutto è verso la conunità, anche il povero sbandato ubriaco perso nel vuoto agisce per la comnuità nei momenti di lucidità. Ospiti di una sorta di comune di fornte al lago abbiamo assaggiato una trnquillità e una pace e un’amicizia che non aspettavamo. Abbiamo vissuto e respirato con Chrisitania e i suoi abitanti, conosciuto qualche fondatore e  gli ultimi arrivati. Tutti portano Christiania dentro, senza eccezzioni. Non possiamo dire di esser entrati nello spirito più nascosto e profondo, perché ci vuole tempo, più tempo, ma sicuramente l’abbiamo un po’ capita, un po’ scoperta e un po’, qualche volta ci mancherà.  Pazzesco dire che non avevo mai visto un lago ghiacciato un vita mia, ed è stato bellissimo. Altri ricordi che porterò per sempre con me.
Quel piccolo assaggio in più è stata Reykjavik. Di un asettico che sa di sala operatoria. Eppure se aseptti e respiri capisci che è solo una porta per un bellissimo affascinante inferno di freddo e natura che sa di epico. Ti fa venire la voglia di tornare per andare oltre le sue facce gentili dai sorrisi brevi. L’Islanda e senza dubbio un posto che visiterò, un posto unico dove la natura si presenta con una potenza con pochi eguali. Torno, no nti preoccupare, non t’ho sottovalutata. Torno prestissimo.

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