giovedì 15 dicembre 2011

THAILAND AGAIN




Sono tornato. Come promesso.
Rientrati in Thailandia il 21 Novembre ci siamo dedciati alla sua capitale con discreta perizia, tralasciando qualche monumento, solo qualcuno e cercando di respirare al meglio la sua aria, il suo sudore.
Bangkok si sta ora leccando le ferite lasciate dall’allagamento recentissimo, ancora si vedono sacchi in giro preventivi e l’acqua è rimasta poco solo al nord dove i problemi erano davvero grandi. Per questo ho dovuto saltare il suo mercato più bello, Chatuchack, assaggiando avidamente almeno quello di Chinatown. Non è facile raccontare Bangkok perché è una città che conoscono in tantissimi, per questo non mi soffermo più di tanto.
E’ caotica, tanto caotica, estremamente colorata, regno dello shopping a bassissimo costo (ho trovato finalmente il tanto cercato anello con teschio in argento, strepitoso). Bangkok mi piace tanto, turistica, ma di un turismo anche particolare. Gira tanta gente strana da queste parti, quello strano che mi piace, oltre al banale turista e al “mignottaro” ci sono molti viaggiatori e moltissimi expat stabilitisi in qiesta splendido angolo di mondo.  Non conscendo il luogo a priopri abbiamo scelto il punto più turistico, Khao San Road. L’ho apprezzata moltissimo, nonostante il turismo i prezzi sono davvero bassi rispetto al resto della città, si dorme bene per poco e si mangia altrettanto bene per pochissimo. M’aspettavo il posto più caro della Thailandia e forse, tolto il nord, è il più economico.
Ho incontrato un amico che si è trasferito qui dopo anni di visite ed è entusiasta, questo è il suo paese dice e questa la sua città, lpincontro era previsto sin dalla scorsa volta ceh son venuto. Non previsto e quindi fantastico è stato l’incontro con un ragazzo conosciuto in Indonesia, queando ero nel paradiso della mia piccola isoletta: Ruben. Abbiamo passato un paio di serate almeno insieme, con il carissimo gruppo di Barcellona, parlando di lavori futuri e dell’Australia. Convinto che lo avrei rincontrato probabilmente laggiù è stato stranissimo rivederlo di fronte ad una bancarella di Pad thai qui a Khao San. Un'altra serata passata insieme a pralare dell’Australia che per lui p giù stata e per me sarà.
Non è facile per me esser preda di un posto turistico, eppure mi sono innamorato di Khao San road e del suo mercatino e dei suoi turisti e delle sue cavallette fritte. La colorata Soi Cowboy, presidio di zoccole e turisti un po’ più tristi, m’ha un po’ deluso, non male da fotografare visti i colori ,ma niente di più.
Incantevole Bangkok, magica Bangkok. Piena e strapiena di puttane e di seveneleven.
Non mi sono dato alla fotografia pazza Ho respirato, come dicevo, la capitale del regno e mangiata e scoperta e gustata. Digerita poi. Mi piace. Passati tranquilli sette giorni abbiamo fatto una pausa di un giorno a Pattaya in direzione Koh Samet. Pattaya è il più grande puttanaio che abbia mai visto in vita mia. Sia per quantità che per qualità. Una soy cowboy all’ennesima potenza, dove principalmente vedi turisti russi e poi il resto. Un’inversimile quantità di sesso a pagamento, quadretto indimenticabile una fanciulla con cartello rosa, seduta e stanca. Sul cartello c’era scritto: Please Fuck me. Lo chiede per favore,  eppure devi portare bath in dono. Koh Samet poi, decisa delusione. T’aspetti di più da un isola Thailandese. Non male per carità, ma un isola che puoi trovare ovunque, divertente da girare con lo scooter causa una strada che la taglia a metà davvero disastrata e ti fa sembrare d’aver intrapreso un cross country dal sapore siamese. Discrete spiagge, grazie a Nostro Signore vuote perché i turisti, qui ci sono tra i peggiori turisti, quelli più scemi, sono tutti ammassati su un'unica spiaggetta al nord, la più brutta anche se fosse vuota. Gente stipata in terza fila con l’ombrellone, quando la spiaggia diventa più bella e vuota a circa cento metri più in lò. Davvero difficile comprendere certe scelte. Hanno paura di sentirsi soli?
Koh Samet e Pattaya sono posti davvero più “expensive” rispetto a Bangkok, ma sempre tutto affrontabile.
Si ritorna dopo soli quattro giorni a Bangkok, sosta per un altro paio e giù a Hua Hin, a trovare lo zio di Polly, a cambiare un po’ i bagagli (abbiamo lasciato li la grande valigia che ora è in direzione Italia), in vista dell’Australia. Dovevamo fermarci solo tre giorni, fare una serata di pizza e via. Purtoppo come per magia, ancora una volta in questa piazza prendo la febbre. Ci risiamo e stavolta davvero forte. Quattro giorni, con i primi due affrontando 39° ch con questo caldo sono davvero duri. Passano velocemente, menomale e giù verso nuove mete soleggiate e desiderate.
Krabi, precisamente Raily beach è MERAVIGLIOSA. Una delle spiagge più belle mai viste in vita mia. Dico male, non la spiaggia in sé, che adir il vero è più bella quella accanto, Tonasi Beach, ma tutto il luogo. E’ favoloso, ricorda Halong bay, meno impressionante, ma
 con un mare più bello e una costa più clorata colorata, con forti tinte d’arancio. Meta per gli scalatori; mi sfiora l’idea di fare un corso veloce di un giorno di scalata, ma devo salvare i soldi per un corso che farò a Phi Phi Ilsand: Quello per immergermi con la mia Canon e fare foto anche lì sotto…
Raily è uno dei posti più costosi della Thailandia, un posto più da ricchi, ma riesci a ritagliarti un po’ di vita backpacker se sai muoverti. Un bungalow 500 Bath qui è una rarità, ma siamo riusciti a cavarcela. Due giorni di visita in questo paradiso terrestre. Davvero un posto da non perdere. Solo per una visita, perché in fin dei conti è noioso. Noioso, ma bellissimo. Ci fossero bungalow proprio sulla spiaggia potrei rimanere un anno sia chiaro…
Ripartiamo ancora verso il posto più turistico e ambito della Thailandia, lo aspettavo da tanto tempo, l’ormai mitica Koh Phi Phi, resa tale dal film “The beach” di Leonardo di Caprio al termine dell’ultimo millennio. In vero poi non si sta su quell’isola, ma sulla sua sorella maggiore (Phi Phi Doh), quella spiaggia è Maya bay e si trova nella Phi Phi più piccola (Phi Phi Leh).
Qui mi fermerò un po’, per il corso di immersione, per riposare le stanche (?) membra, per prendere il mio meritato sole .
Non devo dimenticare di raccontare i giusti aneddoti:
Arrivato a Krabi faccio un bel botto incespicando sullo zaino fotografico, non male sia il dolore che la spettacolarità dell’evento che stranamente non suscita ilarità, ho seguito i capitombolo di Polly all’uscita da Pattaya (caduta con lo zaino più grosso di lei) che aveva comunque seguito un mio primo a Bangkok, più leggero, uscito dal bagno. Faccio il bis a Tonsai beach con il mio Iphone. Ancora in acqua. Ancora dimenticanza nella tasca del costume. Non dovevo entrare in acqua, solo fare un piccolo passaggio, ma l’acqua era più alta del previsto e io mi ero dimenticato momentaneamente che il mio secondo Iphone non era in borsa. Faccio anche un triplete delle cadute, ieri notte, dal letto, forse causa sogno non so, ho avuto la prontessa nella caduta di evitare di atterrare sul computer, almeno questo danno è scampato!

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