La vita ti porta ovunque, soprattutto se la segui senza
troppi dubbi e troppe domande.
La mia vita, quella di una viaggiatore che ad un certo punto
mnon ha potuto fare a meno di fotogradare il mondo, mi ta portando davvero ad
assaggiare sempre più in profondità la carne e il snague di questo pianeta.
Dopo una sosta che sembrava non finire mai in Thailandia,
dove ho trovato moglie, americana, altri amici umani e acuqatici sono dovuto
tornare in Italia.
Ammetto che non avrei voluto, ma visto che la strada era
quella è stato bene seguirla con maggiore entusiasmo possibile. Due mesi veloci
per salutare famiglia, vecchi amici, incontrare ancora la città più bella del
mondo che per ceti versi riesce ad esere tra le più orribili. Roma doveva
incontrare mia moglie e viceversa. Credo che entrambi siano rimaste
piacevolmente colpite, ma alla fine, come avevo avvertito, dopo un impatto
entusiastico Britt è rimasta un po’ delusa. Rimanend empre lì forse no nci si
rende conto, ma Roma è una citta chiusa, mal mantenuta, davvero poco divertente
e con una routine che sa di fallimento generale. Peccato, Roma potrebbe essere
ancora il centro del mondo, ma noi Italiani, da popolo eccezionalmente colto,
portatore di cultura, simpatia, allegria, personalità e amore, siamo diventati
un popolo chiuso. Un popol oche pensa se
e ancora pensa di esser migliore, in qualche modo, di ogni vicino. Oggi, ancora
per un italiano o sei italiano o sei straniero. Non ci sono vie di mezzo. Roma,
come più o meno tutta l’Italia è bella. Bella da morì. Bella, ma non balla.
Felici di andare via a conoscere altro mondo. Tristi di lasciare tanti amici,
chiaro, ma la vita è una e la voglio vivere sino un fondo. Non posso più fare a
meno di farlo.
Nel frattempo abbiamo avuto tre porzioni. Facciamo due più
un assaggio, di cui al contrario di come faccio sempre parlerò solo
velocemente.
Istanbul. Semplicemente favolosa, almeno d’impatto. Una
città di una bellezza a tratti disarmante, con una vita che brulica e sembra
non finire mai. Una città ricca di storia, di cibo, di facce, du cultura. Ho
camminato tanti di quei chilometri da buttare un paio di scarpe. Moschee strepitose
disegnano uno skyline che è un misto tra confusione e seduzione. Incantevole nelle persone, in un ospitalità
che non t’aspetti da quei volti che appaiono spesso duri, ma che rilasciano
contagiosi sorrisi al primo stimolo. Sei
giorni da turista vecchio stile, macchina fotografica, zaino, mappa e tant a
curiosità per una città che ho stteso per tanti anni e che non mi ha deluso
sotto nessuno aspetto. Tescekkur ederim Istanbul, sembra che ti sia rivelata
senza problemi. Una vecchia signora che accoglie davvero tutti.
Una città immancabile se non si vuole rimanere troppo
ignorant nei confronti del mondo.
L’altra porzione è stata Copenhagen, o meglio Chrisitiania.
Una città nella città o per molti una nazione nella città. Una solta di
vaticano, senza religione, senza banche, senza poteri nascosti. Solo tanti
hippie che ceranbo di vivere in pace rispettando il mondo e l’ambiente.
Copenhagen è bella, niente di stupefacente, ma deliziosa nella sua compatteza
ed eleganza. Un’eleganza nordica, quindi a volte un po’ troppo sterile.
Christiania è forse indefinibile. Un’esplosione di colori,
di gente differente. A Christiania come quasi dappertutto ci sono persone
bellissime e povere teste di cazzo, ma
il tutto è mescolato molto bene. E’ un postio da scoprire, che si concede
facilmente, ma solo a livello superficiale. Per conoscere Chrisitania, a questo
primo livello devi comunque viverla. Facendo il turista che dorme a copenhagen
e passa di li un paio d’ore un paio al giorno per un paio di giorni, non si può
assolutamente cogliere l’essenza di quella comunità. Tutti in Christiania
servono la comunità ed è una cosa bellissima. Tutto è verso la conunità, anche
il povero sbandato ubriaco perso nel vuoto agisce per la comnuità nei momenti
di lucidità. Ospiti di una sorta di comune di fornte al lago abbiamo assaggiato
una trnquillità e una pace e un’amicizia che non aspettavamo. Abbiamo vissuto e
respirato con Chrisitania e i suoi abitanti, conosciuto qualche fondatore
e gli ultimi arrivati. Tutti portano
Christiania dentro, senza eccezzioni. Non possiamo dire di esser entrati nello
spirito più nascosto e profondo, perché ci vuole tempo, più tempo, ma
sicuramente l’abbiamo un po’ capita, un po’ scoperta e un po’, qualche volta ci
mancherà. Pazzesco dire che non avevo mai
visto un lago ghiacciato un vita mia, ed è stato bellissimo. Altri ricordi che
porterò per sempre con me.
Quel piccolo assaggio in più è stata Reykjavik. Di un
asettico che sa di sala operatoria. Eppure se aseptti e respiri capisci che è
solo una porta per un bellissimo affascinante inferno di freddo e natura che sa
di epico. Ti fa venire la voglia di tornare per andare oltre le sue facce
gentili dai sorrisi brevi. L’Islanda e senza dubbio un posto che visiterò, un
posto unico dove la natura si presenta con una potenza con pochi eguali. Torno,
no nti preoccupare, non t’ho sottovalutata. Torno prestissimo.