Volge al termine la mia Makati e ho davvero
festeggiato tanto. Il vento ha iniziato a soffiare pochi giorni prima del previsto, ma rimarrò fino alla fine del mese. Devo dire che questo mese è servito, mi ha scaricato. Fuori a far festa ogni sera per i primi quindici giorni,
fino a mattina, tutti giorni. Il mio fisico ha ceduto per due giorni, febbrone.
Al solito un po’di acqua bollita con zenzero e succo di calamansi e tutto passa
in fretta. Una delle due sere con quasi quaranta di febbre mi sono presentato
in un bar dove vado spesso a giocare a biliardo, per vedere la partita di Champions
della Magica Roma contro il grande Barcellona, al gol di Florenzi, che ha
tirato dalla sedia accanto alla mia qui a Makati, non sapevo che fare non
riuscivo a crederci, non riuscivo a urlare, mi son messo le mani nei capelli e
mi guardavo interno cercando di capire se qualcuno avesse capito cosa fosse
successo, che gesto di meraviglioso calco era stato prostrato sotto i nostri
occhi. Un ragazzo accanto a me che guardava la partita e mi chiese se amassi il
calcio (Io so daa Roma, risposi in perfetto…Inglese), mi guardava dopo il gol
come niente fosse accaduto, come se Davide inaspettatamente non avesse accecato
Golia scagliando il sasso dalla terra dei fuochi; come se Frodo Florenzi non
avesse gettato l’anello dalla cima dell’Everest in barba a Messi nei panni di Sauron.
Niente.
Mentre
immaginavo a Roma cosa stesse succedendo, immaginavo morti allo stadio, gente
che volava tra una curva e l’altra, i pub distrutti… Una guerra suburbana in
cui anche quelli che ci stavano rimettendo erano a fare festa, almeno sino alla
mattina dopo. Qui niente, poi un ragazzo, l’istante dopo urla: “Hey Guys! Look
at this guy! Look what he did!”, il Bolt nascosto in me (molto nascosto) mi ha
dato l’energia necessaria per uno scatto felino verso il ragazzo che aveva
ammirato e allora Abbracciamose Forza Roma!
Invece
niente.
A parte
un singolo commento entusiasta, nulla. Qui nun se fa festa… E vabbè, 1 a 1
palla al centro, vedemo che succede e speriamo che la febbre non peggiori che
domani sera ho un appuntamento…
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View from the Gramarcier71 |
Mi sono
dato al dating selvaggio ed è stato divertentissimo (la partita intanto è finita
1 a 1 come è o fu noto), è stato
interessante, diverso, divertente, incontrare così tante persone, donne,
ragazze, e conoscere cosi tante diverse storie, con il fine ultimo, spesso più
del sesso, di avere una serata piacevole con una persona del tutto nuova, in
cui entrambi siete spinti a flirtare il più possibile.
Beh
se all’inizio, Manila non mi piaceva a parte la solita passeggiata a Chinatown
(sono consapevole che sia una mia cosa
personale, io adoro le Chinatown), ora devo dire che sono un fan della notte di
Makati. La Makati night life è ricca di scelte, ha la sua faccia più lurida
nell’essere una tipica Sin City asiatica, la faccia del peccato, ma è famosa
anche per la sua mondanità glamour ricca dei grandi rampolli delle famiglie di
costruttori, ricca di modelle e attrici, dei grandi eterni giovani proprietari
di imperi Roiale Estate, la notte di Makati sa esser sfarzosa e lussuriosa in
bar al settantunesimo dove fumi una narghilè, rigorosamente shisha da queste
parti, in un club con un taglio da jet-set newyorkese per poi portarti in tarda
notte in uno dei club dove la musica è techno di alto livello, la gente è
quella a cui piace far vedere i soldi e le carte che ruotano tipo pugni del
grande Mazinga. Bisogna dire che il divertimento, anche nell’ambiente più
superficiale di Manila, è reale in questa Makati night life, e dura sempre sino
a mattina.
Storie.
Ventiquattro ore al giorno. A Burgos, Makati, Manila.
Venghino
signori, venghino.
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